Ritratto in studio

Il ritratto fotografico in studio

Non so se vi sia mai capitato, ma io mi sono dedicato al ritratto fotografico per più di 25 anni… la ritrattistica era a quell’epoca in assoluto il genere che preferivo.

Una cosa è durante un viaggio rubare un ritratto per strada ad una donna con bambino: per quanto bello sia quel momento dura pochi attimi e la relazione viene instaurata solo su iniziativa del fotografo.

Cosa completamente diversa è avere qualcuno che entra nello studio fotografico e ti dice: “fammi un ritratto….” Lì esplode l’alchimia, inizia il rituale di preparazione delle luci: una sorta di danza di corteggiamento durante la quale il fotografo studia il soggetto ancor prima di prendere in mano la fotocamera, l’eccitazione reciproca cresce durante quei minut. A prescindere dal sesso, dall’età e dall’aspetto di fotografo e soggetto, è proprio quel rito preliminare che precede lo scatto ad essere eccitante o imbarazzante: entrambi sanno che sta per accadere qualcosa di fortemente coinvolgente tra loro…

Inizia il rito:

Le luci prendono forma sul viso, le schiarite danno la giusta leggibilità alle ombre, la luce principale da i volumi giusti, le bandiere coprono le luci parassite… il set brilla di una luce irreale bellissima al centro dello strudio buio: sembra di essere una sala operatoria con il paziente pronto per iniziare l’intervento.

A quel punto il fotografo inizia ad interagire attraverso l’occhio vitreo della fotocamera con chi ha davanti. Dall’oculare è possibile osservare dettagli ed espressioni del viso che non si colgono neanche ad occhio nudo. Tutto questo lo sanno entrambi: il fotografo ha una supremazia schiacciante sul soggetto… In ogni rito che si rispetti c’è un aspetto fondamentale da rispettare: il rito viene celebrato da chi più sa. Il fotografo comanda brandendo la fotocamera come uno scettro che ne sancisce l’autorità.

Un ritrattista che si rispetti cerca l’anima del suo soggetto, deve raccontarne l’essenza nascosta e reale. Deve capire quel sottilissimo limite tra ció che il soggetto è per esaltarlo e ció che il soggetto non è per rispettarlo e non alterarlo…

Non è semplicissimo suscitare espressioni reali in uno shooting fotografico, ci vuole un pó di psicologia, un pó di semeiotica, un pó di sano qualunquismo per arrivare al cuore di chi abbiamo davanti alla fotocamera. Ogni porta ha la sua chiave giusta per essere aperta, il fotografo deve saperla cercare per aprire quella del suo soggetto.

Ritratto e personalità

Ho visto di tutto in quegli anni: persone che si spogliavano totalmente nudi nello studio “perchè andare dal fotografo è un pó come confessarsi”, persone scoppiare in lacrime “perchè tu hai visto senza conoscermi nei miei occhi cose che non avevo mai lasciato vedere a nessuno”, amichette seminude che iniziano a baciarsi sul set…

I politici sembra abbiano hanno studiato all’Actor Studio: ogni muscolo del loro viso è capace di trasformare un’espressione da angelo a demone sul set come nella vita pubblica, oltre a loro ci sono le persone che vengono a farsi la foto per il cimitero perchè ne vogliono una che sia bella per sempre…

Ho incontrato la quarantenne tutto pepe che si presenta con un rotolo di Domopack per farsi incellophanare nuda e fare un regalo al suo amante sposato che era il tuo cattolicissimo Capo Scout che ti faceva anche catechismo, ci sono anche i bambini brutti i cui genitori e nonni sono convinti del contrario come nel film Little Miss Sunshine

Per ovvi motivi non è possibile qui pubblicare la foto del ragazzo investito e deformato per sempre nell’aspetto e nella capacità di movimento dall’incidente: venne accompagnato dal suo avvocato. Per finire tante, tantissime persone felici di essere lì, di farsi un bel regalo, di viversi un momento speciale e sentirsi importanti per qualcuno in quel momento…

Gli scatti proseguono tra lacrime, risate, ammiccamenti, segreti e storie umane da raccontare…

La fine:

E come in un amplesso, la parte finale (selezione delle foto) è la meno interessante, la meno stimolante per entrambi. La magia è finita… si…. Ciascuno dei due puó chiedere all’altro: “ti è piaciuto?” ed entrambi possono vedere poi i risultati ed esserne felici a lungo. Quella foto scelta rimarrà e sarà un bellissimo ricordo per il fotografo e per il suo soggetto, ma l’emozione vissuta sul set non si puó raccontare…

Ecco… questo è quello che si prova grazie alla fotografia attraverso un genere dimenticato come puó essere la ritrattistica….

NOTA BENE:

Le persone ritratte nelle foto di questa pagina nulla hanno a che vedere con i contenuti di testo che sono comunque espressione della creatività dell’Autore.

Come fare ritratti in viaggio (Parte 2)

In QUESTO ARTICOLO abbiamo parlato di come avvicinarci ai nostri Soggetti per ritrarli durante un Viaggio. Abbiamo visto le problematiche culturali e la difficoltà ad ottenere il loro consenso.

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Foto: © Roberto Gabriele

Questa volta invece vedremo gli aspetti più tecnici, quelli che vengono dopo l’approccio, quando cioè il nostro Soggetto ci ha autorizzati a scattare qualche foto, questo è il nostro momento creativo, fotografico. In pochi istanti si scarica tutta l’adrenalina, sentiamo il brivido di scattare e subliminare in un scatto fotografico l’essenza del soggetto, la sua anima, il luogo in cui vive, la sua cultura, gli abiti che indossa e il vissuto personale che porta con e dentro di sè.

Personalmente pur essendo uno smaliziato Fotografo Professionista con 25 anni di esperienza provo sempre grandi emozioni quando scatto foto a qualcuno: sento lo scambio emozionale tra me e il mio Soggetto, sento sempre un grande feeling, ho bisogno di sentire la partecipazione del mio Soggetto allo scatto, che si tratti di una modella perfetta o dell’ultimo degli straccioni che vivono in India ben oltre i limiti della dignità umana.

Comporre l’inquadratura

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Foto: © Roberto Gabriele

Il tempo per fare le cose è sempre poco, spesso i nostri incontri con i soggetti durano pochissimi istanti, secondi. Molto spesso le persone che vorremmo fotografare stanno lavorando, o vanno da qualche parte, per loro già fermarsi è una grande dimostrazione di voglia di collaborare con noi. L’errore più grande che si possa fare è fargli passare la voglia di stare a nostra disposizione. Occorre essere veloci.

Scatta con l’ottica che hai montato in quel momento, NON metterti a fare sfoggio delle tue attrezzature, non cambiare obiettivi, ricorda che per molti quelli che per te sono movimenti naturali hanno un sapore sciamanico, la Fotografia e i suoi rituali possono essere fortemente contrastanti con chi hai davanti. Mettersi a smontare le ottiche fa perdere tempo e toglie la spontaneità del momento e del Soggetto. Scatta subito, non stare lì a costruire ciò che non c’è. Hai davanti a te tutto ciò che ti serve per una foto straordinaria: una Persona. Ci vuole un minimo di istinto e voglia di rischiare di perdere una foto o accettare che non sia perfetta, ma sacrifichiamo volentieri tutto in nome di una spontaneità prioritaria su tutto. Quando ho scattato questa foto avevo un 200 mm montato: impossibile a distanza creare un rapporto con questa ragazza dal profilo bellissimo. Potevo solo sfruttare la luce nel migliore dei modi con una silhouette che esaltasse le linee e le mettesse in contrasto con lo sfondo. Un tono chiaro e il nero. Certo, avrei potuto avvicinarmi, presentarmi, chiederle se potevo scattare salvo farla fuggire a gambe levate…. Ho preferito scattare subito e poi avvicinarmi a lei per condividere con lei il risultato ottenuto.

Rapporto con il Soggetto.

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Foto: © Roberto Gabriele

Tele, 200 mm anche in questo caso. Diaframma 2.8 aperto al massimo, esposizione manuale e curata in anticipo per questo scatto di un’altra ragazza con la pelle nera in controluce. Situazione estrema di ripresa in cui qualunque esposimetro si sarebbe trovato in forte imbarazzo a decidere al mio posto. Quando mi trovo in questi casi preferisco sempre scattare in Manuale per avere già tutto pronto dal punto di vista tecnico e poter scattare immediatamente quando “vedo” il mio soggetto. Il magnetismo di quello sguardo mi ha colpito, lei mi fissava ed era consapevole fino in fondo delle mie intenzioni di fotografarla e io lo facevo senza nascondermi, anzi, cercando una quinta introduttiva sulla destra che mi portasse a lei lasciandola in secondo piano.

Personalmente sono assolutamente convinto che il fotografo deve entrare in un rapporto intimo con il soggetto, deve saperlo affascinare, interessare, stimolarlo. Il rapporto di collaborazione tra i due deve essere massimo e asservito alle necessità fotografiche. E’ il fotografo che comanda, che tiene in mano la fotocamera con la quale decide l’Istante Decisivo in cui eseguire lo scatto. Il fotografo è il regista e deve saper gestire la scena, comandare senza imporsi, deve saper chiedere senza pretendere.

Nella fotografia di ritratto il vero soggetto che ritraiamo è l’anima e non la persona o il suo viso. Conseguentemente a questo punto di vista a mio avviso i migliori ritratti sono quelli in cui la persona guarda in macchina, la fissa, osserva il fotografo che si nasconde attraverso i riflessi delle lenti. In quello scambio impari di sguardi il fotografo vede e decide, mentre la persona prova i moti dell’anima che il fotografo saprà raccontare.

Ritratto Ambientato

Foto: © Roberto Gabriele

a volte il viso di una persona, il ritratto close up sono relativamente meno importanti del contesto ambientale in cui la persona è inserita e vive, è questo il caso del Ritratto Ambientato. Per scattare foto così abbiamo bisogno di un moderato grandangolo che ci permetta di avvicinarci al Soggetto senza stargli troppo attaccati (pensa come ti sentiresti tu con una fotocamera di uno sconosciuto puntata a pochi centimetri dal viso con un obiettivo di focale troppo corta). Il Ritratto ambientato racconta quindi tutto ciò che sta intorno al Soggetto e diventa non elemento di disturbo, ma anzi riempie l’inquadratura di ulteriori dettagli che aggiungono riferimenti su ciò che la persona fa. Prova a guardare cosa è in grado di fare questo uomo con i piedi che lavorano con la stessa abilità ed eleganza delle mani. Riprendere il solo viso sorridente avrebbe eliminato tutto il fascino dello scatto.

Scatti rubati

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Foto: © Roberto Gabriele

Ecco, questo è qualcosa da evitare: rubare foto senza il consenso dell’altro. In realtà in questa foto si vede una dissonanza palese tra il gesto della sua mano che mi diceva di non scattare e il suo viso sorridente che in realtà mi concedeva di farlo giocandoci un pò su con me in un divertente gioco fatto di negazioni opposte.

In posti come gli USA mi sarei già beccato una bella denuncia, altro che un sorriso…. E negli USA me ne sarei ben guardato dal fare una foto senza il consenso SCRITTO della persona ritratta. Il poterlo fare qui perchè sappiamo che non avremo conseguenze, non ci autorizza a prevalicare gli altri con la nostra fotocamera.

Il Flash

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Foto: © Roberto Gabriele

Non uso quasi mai il flash se non per scattare in pieno giorno persone con la pelle nera! Lo faccio perchè la sua schiarita è importante per prendere i dettagli che altrimenti con le ombre dure del sole a picco perderei. In questa foto della donna Touareg con il bambino ho esposto per il flash lasciando lo sfondo del deserto visibilmente sottoesposto ed enfatizzando così il concetto della solitudine di questa coppia madre/figlio dal resto del mondo.

14mm per questo scatto che ha una forte connotazione data anche da un forte editing che enfatizza alcuni colori e ne rende altri irreali.

Conclusioni.

La tecnica è importante, fondamentale, direi. Ma a mio avviso la parte da sviluppare meglio è proprio quella dell’approccio con il soggetto. La tecnica si sostituisce con la tecnologia che diventa sempre più sofisticata e user friendly, ma nessun chip (spero) potrà mai sostituirsi alla relazionalità emozionale che c’è tra fotografo e soggetto.

Progettare la Foto di Viaggio

Quante volte ti è capitato di tornare a casa dopo un viaggio e di guardare sconsolatamente le tue foto e di trovarle banali, al di sotto delle tue capacità e poco creative? Ti sei mai chiesto dopo un viaggio: “perchè le mie foto sono uscite così male? Cosa ho sbagliato? Devo comprarmi una nuova fotocamera!” Spesso? Sempre? Qualche volta?

La domanda purtroppo le domande una volta tornati a casa servono a rimediare a poco, forse le risposte aiuteranno la prossima volta….

La domanda da porsi costruttivamente è sempre prima di partire per un viaggio è: “cosa posso fare per migliorare le mie foto al prossimo viaggio? Come fare a rendere meno banale un soggetto così tanto fotografato e meta di milioni di turisti?”

Non dirmi: “chennesò di come fare una foto se in un posto non ci sono mai stato?” Queste sono scuse e non ti aiuteranno a migliorarti, nè ad ottenere foto bellissime.

Vediamo allora insieme cosa fare prima di partire.

Documentarsi.

Beh, oggi rispetto a soli 10 anni fa Internet ci può fornire una quantità incredibile di informazioni ancor prima di fare il biglietto dell’aereo, e permetterci di farci decidere anche SE andare in un posto invece che in un altro…

Internet è quindi la prima fonte a cui attingere idee per farci ispirare, ma non per copiare, ma al contrario per pianificare qualcosa di unico. Come sai ci sono siti, blog, interi portali che danno la misura di ciò che andiamo a fare e a vedere, tutto è recensito, tutto è descritto, per ogni argomento ci sono migliaia di spunti da cui attingere.

Ci sono poi i libri che sanno descrivere in maniera lirica i posti che non abbiamo mai visto perchè li lasciano alla nostra immaginazione e ci danno quel senso di assoluta personalizzazione delle emozioni che vorremmo vivere e percepire in un certo luogo durante un viaggio.

Ci sono infine le guide che selezionano ulteriormente  per noi i contenuti del WEB e ci danno una loro visione tecnica e operativa, ci suggeriscono itinerari e a volte qualche spunto particolare filtrato da chi già è stato sul posto.

Pianificare gli scatti.

A volte basta cambiare il nostro punto di vista per ottenere immagini spettacolari. Ecco ad esempio come ottenere un’immagine bellissima come quella del Fotografo Frank Schulenburg che pubblichiamo qui.

Magari servirà alzarsi presto al mattino e sarà necessario un briciolo di fortuna per ottenere un’immagine così forte di qualcosa che è sempre sotto gli occhi di tutti.

Bellissima foto del celebre Golden Gate di San Francisco. Fotografato all’alba al di sopra della nebbia. © Frank Schulenburg

Per scattare la foto che vedete qui, il Fotografo ha lasciato la strada ed è salito ancora più in alto per trovare la giusta angolazione.

Per essere ancora più chiari, questo che segue è lo scatto (in panoramica) che vedrebbe ad un primo sguardo un visitatore poco attento.

Scatto panoramico dello stesso luogo in cui è stata fatta la foto precedente.
Scatto panoramico dello stesso luogo in cui è stata fatta la foto precedente.

Come vedi il punto è lo stesso, ma ben diversi sono i risultati a seconda della luce e dell’uso che possiamo fare della fotocamera. Ma ancora non è finita, un’altro occhio ancora meno allenato potrebbe vedere questo:

Foto di Panoramio dello stesso luogo
Foto di Panoramio dello stesso luogo

Puoi capire che ci sia una bella differenza per come appare lo stesso soggetto fotografato in modi e momenti diversi da persone con una diversa preparazione fotografica. Eppure il ponte è sempre lo stesso….

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Gli Strumenti:

Di sicuro oggi possiamo viaggiare virtualmente molto meglio e a più basso costo di quanto no fosse possibile fare in passato.

Un ottimo strumento per pianificare i Viaggi Fotografici è di sicuro Google Maps con le sue varie funzioni di Street Wiew, e le anteprime fotografiche degli Utenti che pubblicano dentro Panoramio.

Schermata mista di Street Wiew + Mappa territorio
Schermata mista di Street Wiew + Mappa territorio

Ti lascio qui di seguito alcune indicazioni che possono esserti utili a ritrovare la location: le riprese vanno minuziosamente organizzate negli orari e nelle angolazioni, noi di Viaggio Fotografico pianifichiamo in anticipo tutto questo per permettere ai nostri Allievi di ottenere risultati fuori dalla norma. Ci vuole un pò di senso dell’orientamento e la capacità di saper leggere  tra le righe e ottenere informazioni non scritte ma visibili e immaginare il resto e come vorremmo raccontarlo. Ovviamente bisogna conoscere un pò di cartografia: i dati sono disponibili, ma se non si sanno interpretare diventa un’impresa difficile.

Altro potentissimo strumento di previsione sono alcuni software come TPE che esistono non solo in versione per computer desktop, ma naturalmente ci sono le versioni per iOS e Android che permettono di istallare questa potentissima applicazione anche su cellulari e tablet. TPE sta per The Photograph’s Ephemeris ossia le Effemeridi per Fotografi. In pratica permette di calcolare per qualsiasi giorno dell’anno e in qualunque punto della terra gli orari di alba e tramonto (le effemeridi, appunto) parametrandoli con una serie di opzioni quali ad esempio l’altezza dei palazzi intorno e calcolando la lunghezza delle ombre e quindi l’ora esatta di ombreggiatura o insolazione di un lato specifico di una piazza o di una strada!!!!

La schermata di TPE

Ecco ad esempio la schermata che vedresti sul tuo iPHONE la sera in hotel PRIMA di andare a fare le vostre riprese:

Riesci ad immaginare la potenza previsionale di uno strumento del genere??? Prova a pensare cosa significa nell’ottimizzazione dei tempi di ciascuno scatto poter sapere da casa a che ora andare e dove esattamente per fare una certa foto. Lo sai da prima di partire e mentre sei in viaggio lo verifichi di volta in volta e con lo stesso strumento riesci a posizionarti esattamente dove avevi previsto!!!

Come vedi qui accanto puoi riposizionare i tuoi punti in base alle coordinate GPS oppure spostarli a mano…. Cosa avrebbero fatto i Sumeri che hanno dato i Fondamenti della Astronomia e della Navigazione se 3500 anni fa avessero avuto strumenti del genere???

Durante i nostri Workshop di Viaggio Fotografico vediamo come utilizzare al meglio questi strumenti potenti e indispensabili per chi fa fotografia, vediamo come integrarli tra loro per prevedere esattamente ogni dettaglio.

Prevedere:

Dopo aver pianificato gli orari della nostra foto il giorno prima sarà il caso di utilizzare una app per il METEO che hanno praticamente tutti sul proprio cellulare: il meteo.it che è gratuita (il che non guasta mai) ed esiste sia on line via WEB che come app per tutti i cellulari e permette di avere le previsioni del tempo molto affidabili in qualsiasi posto del mondo. Conoscere in anticipo il meteo è fondamentale per poter dare la giusta scaletta di orari di ripresa e pianificare il giorno prima eventuali cambi di programma spostando qualcosa come orario se necessario o arrivare sul set con la giusta attrezzatura, eventuali coperture per la pioggia e così via. La sua precisione arriva a dare le previsioni con una precisione ORA PER ORA in ogni città del Pianeta. Prova ora a pensare al vento…. Scatti lunghe esposizioni su cavalletto??? Se è previsto vento forte, influirà questo aspetto sulle tue foto? Certo! Ma prevedendolo non sarai in balia degli eventi e saprai sempre pianificare tutto in anticipo senza farti trovare impreparato.

Conclusioni:

Ricorda quindi che le foto migliori non vengono mai per caso, documentati, cerca di vedere, leggere, immaginare. Per migliorare le foto occorre pensarle prima di partire. Ti consiglio di studiare bene ogni dettaglio e di imparare a pianificare il tuo lavoro per non doverti trovare impreparato quando sei sul campo. Ricorda che in viaggio hai poco tempo per fare tutto e che molto spesso non puoi permetterti di tornare negli stessi luoghi.

Abbiamo trattato solo alcuni aspetti su come costruire uno scatto di fotografia di viaggio. Da oggi le tue foto potranno migliorare seguendo questi consigli. Non è tutto, ma se ci segui ancora e ti iscrivi alla nostra Newsletter (se non sei già iscritto) riceverai tante altre info su fotografia e viaggio.

Costruzione del Portfolio fotografico

Quante volte capita di trovarci tra le mani (o nell’hd del computer) miliardi di foto e non sappiamo come fare per dar loro un ordine? Oppure torniamo da un viaggio e la prima cosa che facciamo è quella di scaricarle ed inserirle tutte direttamente su Facebook… NIENTE DI PIU’ SBAGLIATO!! Il PORTFOLIO è un nostro progetto, è un insieme di foto che hanno un senso, selezionate per RACCONTARE e trasmettere qualcosa… quel qualcosa siamo noi, è il nostro viaggio, è un progetto fotografico che dobbiamo presentare ad un giornale o con il quale vogliamo fare una mostra…

Come fare per scegliere le foto ADATTE alla finalità del portfolio stesso?

1. SCELTA DEL PROGETTO

Prima cosa da fare è aver ben chiaro in mente COSA SI VUOLE RACCONTARE.

Qualunque sia la finalità del Portfolio, esso deve avere un TITOLO ed un OBIETTIVO di cui dobbiamo necessariamente tenere conto nella successiva selezione.

Possiamo decidere di voler raccontare una giornata particolare di nostro figlio, oppure un viaggio che abbiamo fatto, o più semplicemente raccontare una città attraverso i colori oppure le geometrie dei campi coltivati di fronte a casa.

L’importante è avere ben chiaro il tema e tenerne conto anche quando dovremo decidere se escludere la “foto più bella”!

2. FINALITA’ DEL PROGETTO

Fondamentale è anche il fine ultimo del portfolio: la nostra selezione cambierà notevolmente se dobbiamo semplicemente mettere le foto del nostro viaggio su un social network, o se dobbiamo far vedere il nostro progetto ad un Photoeditor per la pubblicazione su un giornale, oppure se ci serve per una mostra o per il nostro sito.

A seconda della finalità cambieranno il numero delle foto, il tipo di immagine che sceglieremo (un giornale di attualità/cronaca per esempio non accetta foto troppo grandangolate o che in qualche modo alterino la percezione della realtà, mentre uno di moda/glamour vorrà immagini perfette dal punto di vista tecnico e di luce) e quindi verrà condizionato il tipo di selezione che andremo a fare.

3. SELEZIONE ED EDITING

Questa è la fase più importante, delicata ed anche dolorosa di tutto il processo!

Imparare a selezionare vuol dire anche imparare a scegliere ed avere anche il CORAGGIO DI ESCLUDERE “la foto più bella” se non è coerente con l’insieme.

Riassumo i PUNTI PRINCIPALI della fase selezione:

  • Fare una prima ampia selezione di circa 30/40 foto che ci sembrano adatte al progetto.
  • Scegliere le foto di APERTURA e di CHIUSURA: considerando che il verso di lettura (anche fotografica) di noi occidentali è da sinistra verso destra e dall’altro verso il basso, la FOTO DI APERTURA dovrà portare il nostro occhio all’interno del progetto, e dovrà anche essere esteticamente una delle più forti.
  • La FOTO DI CHIUSURA sarà invece quella che metterà un punto al lavoro, che ne definirà la sua conclusione.
  • COERENZA (stilistica, tematica…): A seconda del lavoro, della sua finalità e quindi dell’effetto finale che vogliamo ottenere, sceglieremo se presentarlo per esempio a colori o in bianco & nero, o se creare una postproduzione particolare, oppure se presentare un lavoro con foto mosse o tutte sovra/sottoesposte. Qualunque sia la nostra scelta stilistica, questa dovrà essere coerente per tutto il lavoro, a meno che non si voglia dare una valenza particolare ad una singola foto che potrà essere rappresentata in modo diverso. Stesso discorso possiamo farlo sulla scelta della focale utilizzata… saltare da una foto grandandolata ad una molto zoommata rischia di rendere il progetto difficile da leggere… ma questa non è una regola così stretta, dipende sempre da ogni singolo caso.
  • NON ripetere IMMAGINI SIMILI: Il coraggio di escludere foto belle o che riteniamo importanti vale anche per questo punto… se abbiamo due foto simili o con lo stesso soggetto e non sappiamo quale scegliere… dobbiamo farci forza, ragionare su quale delle due (o più) meglio si adatta al progetto, e necessariamente dobbiamo scartare l’altra (o le altre).
  • L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE: Dovremo creare un “percorso visivo” tra le singole foto tenendo presente i colori, le linee di forza e le geometrie e prospettive delle foto che andremo ad accostare. Tutto questo ci aiuterà a creare un LAVORO PIACEVOLE NEL SUO COMPLESSO, e non bello solo perché le singole foto sono belle.
  • Meglio un Portfolio con POCHE FOTO, MA BUONE: una sola foto “incoerente” col complesso, rischia di stonare ed abbassare il livello di tutto il lavoro.

4. SUPPORTO E STAMPA

Superato il difficile ostacolo della selezione, non ci rimane che scegliere il supporto e le dimensioni di stampa. Ovviamente se il lavoro dovrà essere pubblicato sul web non avrà bisogno di essere stampato.

Generalmente un lavoro da far visionare ad un professionista (per la lettura portfoli) o ad un photoeditor deve essere il più chiaro possibile, con stampe no più grandi di 20×30 cm, con al massimo una cornicetta bianca, senza incollaggi su cartoncini o simili. Le foto andranno sistemate secondo l’ordine scelto in precedenza.

Per quanto riguarda una mostra, invece, dipende molto dal luogo in cui si espone, e dalle condizioni di luce, meglio comunque stampe grandi senza cornice in vetro (che rischia di creare spiacevoli riflessi) in modo da valorizzare al meglio le stampe.

Portfolio Street

 

 

Come fare ritratti in viaggio (Parte 1)

Il ritratto fotografico in viaggio

Il ritratto fotografico non manca mai all’interno degli scatti che riportiamo a casa. I motivi per fare fotografie durante i nostri viaggi sono tantissimi e ciascun Viaggiatore e Fotografo ha i propri soggetti preferiti, ma al ritorno da qualunque destinazione tutti noi portiamo la foto delle persone che hanno viaggiato con noi o che abbiamo incontrato lungo il nostro percorso.

Immancabili sono le foto che scattiamo alle varie etnie, ai vestiti tipici, ai tratti somatici, ai mestieri e agli accessori che ciascuno nella propria cultura, nel proprio Paese usa quotidianamente ma attrae la nostra attenzione di Viaggiatori e di Fotografi. Questo genere fotografico, il ritratto, porta a doversi misurare con varie problematiche, in questo articolo vediamo quali.

Occorre distinguere tra viaggio e viaggio, molto dipende da che tipo di persone incontriamo e quale tipo di cultura abbiano. Nei Paesi “Sviluppati” c’è (contrariamente a quanto in genere si pensa) maggiore diffidenza nei confronti di una fotografia scattata per strada le ripercussioni possono essere anche violente o legali. Chi di noi si farebbe fare una foto da un straniero di passaggio al semaforo? Nei Paesi che ancora vivono una civiltà rurale le cose diventano più facili e divertenti e abbiamo sempre tanta spontaneità che in noi Occidentali è scomparsa de decenni.

_RGA5863Problemi etici e morali

Il mondo è grande e le culture sono tante. Diciamocelo chiaramente: le cose più sono diverse da noi più ci piacciono e attirano la nostra attenzione e di conseguenza i nostri scatti fotografici.

Spesso partiamo apposta per andare a vedere certi Paesi e le loro etnie, per cercare quella diversità culturale da raccontare con le nostre immagini e il nostro interesse spesso si concentra sulla povertà altrui. Ora mettiamoci dalla parte di chi sta a casa sua, vive la sua vita in una casetta umile se non in una capanna o addirittura in una baracca…. Cosa penseremmo al loro posto vedendo un bel gruppone di Fotografi in vacanza che si presentano armati di fotocamera a caccia di immagini??? Beh…. Accettare il proprio stato e viverci è un conto, ben altra cosa è invece vedersi fotografati nella povertà come dei fenomeni da baraccone. Esistono sentimenti come la vergogna della propria miseria che andrebbero da parte nostra riconosciuti e rispettati. Che ci si creda o no per qualcuno la fotografia degli occhi ruba l’anima del soggetto ritratto, questo succede in ambiti religiosi animisti. In Yemen invece è tassativamente vietato per chiunque fotografare le donne anche se completamente velate sotto i loro burqa ma al contrario gli uomini accorrono spontaneamente a farsi fotografare ogni volta che vedono un turista intento a scattare tutt’altro. Bisogna anche evitare di fare foto di nascosto e tanto meno contro la volontà già espressa da qualcuno in tal senso: in Africa si rischia di passare alle mani, negli USA si rischia una bella denuncia per violazione della privacy e del diritto all’immagine…

Approccio con il soggetto ritratto.

ritratto
Bambino con Corano. Mali. Foto: © Roberto Gabriele

Vedere una persona, apprezzarne la fotogenia e scattare di nascosto il ritratto del secolo è il modo migliore per un fotografo farsi odiare dai propri soggetti. Occorre un approccio più morbido, forse basterebbe spesso quella che si chiama buona educazione o il semplice rispetto dell’altro. Quante volte ci è capitato di ricevere rifiuti ad essere ripresi da parte delle persone??? Quante volte abbiamo provato a chiedere il consenso allo scatto? Un pò di psicologia pratica nella vita non fa mai male vediamo come usarla per fare in modo che le persone siano più portate a posare per noi… Chiunque sia intento nelle proprie attività di vita lavorativa o privata, di norma preferisce restarci indisturbato e continuare la propria vita liberamente nonostante la presenza di numerosi turisti intorno… Un buon modo per relazionarsi con le persone è…. SALUTARLE!!!! Certo che un “Buongiorno” in Italiano è meglio che niente, un saluto si capisce anche dal gesto, ma è comunque meglio salutare nella loro lingua, prima di partire un minimo di frasario di circostanza dovremmo impararlo…. Buongiorno e arrivederci, grazie e prego nella lingua locale sono il vocabolario di sussistenza necessario per rompere il ghiaccio con chiunque, imparare 4 parole in una nuova lingua non richiede un gran sacrificio… Salutate sempre. SORRIDETE!

Il sorriso accompagnato al saluto sono il modo migliore per entrare in empatia con chi abbiamo di fronte…. Quando scattiamo un ritratto suggerisco anche di muoversi lentamente, di non essere troppo invadenti, di non voler apparire al di sopra del nostro interlocutore nè con i toni, nè con le parole, sorridere è un conto, ridergli in faccia e prenderlo in giro con la certezza che non capisca la nostra lingua è un’altro discorso….. Anche se non capisce le parole e il loro significato, capirà senz’altro i nostri pensieri, le emozioni che gli trasmettiamo…. Non toccare mai le persone, sembra banale, scontato ma non sempre è così…. Impariamo a chiedere le cose con i gesti, e ad interagire il meno possibile con la spontaneità delle persone che ritraiamo. Se sorridono o sono serie riprendiamole così come sono e sentono di essere, senza volerne cambiare noi gli stati d’animo: ridurremmo l’efficacia della foto e porteremo con noi una foto mal costruita.

Altri elementi che senz’altro possono essere di aiuto in uno scambio di cortesie mentre scattiamo un ritratto a qualcuno possono essere il parlare del tempo (lo facciamo anche da noi) basta indicare verso il cielo e fare dei gesti che spieghino il concetto di caldo o di pioggia o freddo ecc. Se il soggetto ha dei figli con sè potete presentarvi con il vostro nome, (sempre a gesti) e chiedere il nome dell’altra persona e/o dei suoi figli: a chiunque fa piacere parlare della propria famiglia. In tutto il mondo.

NON ABBIATE FRETTA! E NON MOSTRATE all’altro che l’unica cosa che volete è scattargli una foto, mostrategli invece che siete SINCERAMENTE interessati a lui/lei. Ricordate il “Piccolo Principe”? Ecco come esprime il creare un rapporto tra due persone: Bisogna essere molto pazienti. In principio, tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba.  Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino.  Poi il giorno dopo ancora più vicino .. finché mi potrai toccare .. Saremo diventati amici, non avremo più paura uno dell’altro. Questo è ciò che possiamo fare per avvicinarci agli altri. Magari non mettiamoci giorni, ma qualche minuto è preferibile…

ritrattoLiberatorie per il ritratto.

Servono o no??? Eh… dipende da che punto di vista intendiamo la cosa e sopratutto cosa vogliamo fare con quella foto. Siamo onesti con noi stessi: sappiamo che pubblicheremo quella foto su una Rivista Internazionale o Nazionale di ampia diffusione, un sito WEB o un Social come Facebook? Si? E allora DOBBIAMO avere una liberatoria, anche se su facebook apparentemente nessuno si lamenta, ma non è così per tutti perchè per alcuni potrebbe essere una vera violazione del proprio diritto all’immagine e potrebbero prendersela davvero a male.

Se invece sappiamo che quelle foto di ritratto le terremo solo per noi, non abbiamo bisogno di nulla perchè la liberatoria è necessaria solo per la pubblicazione, e non per lo scatto in sè. Il buon senso ci aiuterà a fare le scelte giuste. Se una persona mi ha dato il suo assenso allo scatto, me lo darà probabilmente anche per la pubblicazione. Sempre in linea teorica dovremmo avere con noi un modulo scritto nella lingua locale da far firmare a chiunque. Questo è possibile con una APP che si chiama Easy Release ed è disponibile su iPHONE, unico problema è che contempla le maggiori lingue del mondo e non tiene in alcuna considerazione le lingue minori che parlano 3 miliardi di persone, spesso analfabeti…

Ancora sul buon senso: se andate negli USA e non vi fate firmare la liberatoria state pur sicuri che qualcuno verrà a chiedervene conto in tribunale e ci rimettereste sicuramente perchè avete torto marcio. Le liberatorie fatte firmare prima, insieme al consenso di simpatia, sono decisamente più formali, ma stabiliscono dei ruoli. In Africa non sapete cosa farvene delle Liberatorie perchè spesso (senza qui voler fare discorsi razzisti, ma solo statisticamente veri) i vostri soggetti sono analfabeti o magari possono essere sospettosi, vanifichereste quella sana atmosfera di amicizia che avevate costruito fino a quel momento.

Pagare per un ritratto?

_RGA5727In linea generale direi di non pagare mai nessuno per fargli un ritratto fotografico. Se è vero quello che abbiamo detto fino a questo punto, allora è anche vero che il ritratto a qualcuno in un Viaggio è un puro scambio di cortesia e di simpatia reciproco, la sua forza è nella gratuità stessa del gesto reciproco. Un viso mi piace per una serie di motivi, chiedo esplicitamente di poterlo fotografare, poi all’assenso ricevuto NON può seguire una richiesta di denaro.

In questo caso il rapporto è regolato secondo altri parametri che non sono quelli visti fino a questo punto. I Gladiatori al Colosseo si fanno pagare, ma quelli non sono neanche Romani ma Romeni (è vero!) e fanno quello per mestiere: discutibile e opinabile ma sono lì apposta: se vuoi fotografarli paghi. Di certo NON HAI NULLA DI VERO in loro, non sono veri gli abiti, non sono veri i personaggi, sono dei figuranti in costume che paghi in cambio della loro bonaria prestazione (a Roma chiedono 5-10 Euro). In Etiopia vale la regola del: “1 photo-2Birr” ossia con il nostro cambio: 1 foto per 0,2 Euro.

Queste sono persone che (a differenza dei falsi Gladiatori) mantengono vive le loro tradizioni e la loro cultura che altrimenti svanirebbe in pochi anni e per farlo si mantengono facendosi pagare dai turisti. Niente soldi=niente foto. Con loro il pagamento di una foto per un ritratto è dovuto e serve proprio a far avere per loro un senso a non occidentalizzarsi, a rimanere fedeli alle loro tradizioni. L’uomo di questa foto infine era un personaggio che ho gratificato per sola simpatia, non mi aveva chiesto nulla, e dopo gli scatti, prima di andare via, gli ho dato io un piccolo aiuto. Anche in questo caso il rapporto è perfettamente etico e ben gradito come si vede dalla sua faccia gioiosa… Giusto per la cronaca: questa era la foto più bella che gli ho fatto, l’ho fatta per puro caso prima di andare via.

Promesse.

Con le nostre moderne fotocamere digitali è frequente mostrare le proprie foto al soggetto immediatamente dopo averle scattate. A quel punto viene dal Soggetto la richiesta di inviargli alcune foto su carta o via email o via facebook e la nostra risposta “CERTO!!! LO FARO’ SICURAMENTE” deve poi diventare un impegno sacramentato. L’errore più grave che possiamo fare è quello di mentire a chi si è fidato di noi. NON è etico, non è morale. Siate onesti, leali e mantenete le promesse fatte. SEMPRE.

Conclusioni.

Và dove ti porta il cuore…. Sii spontaneo e goditi quel momento dell’incontro. Sii aperto ad ascoltare, ancor prima di essere spontaneo nel chiedere. La gestione del rapporto sta nelle tue mani, sei tu che scatti, sei tu che chiedi qualcosa, sei tu a dettare i tempi e le modalità, ma devi farlo rispettando gli altri che hai di fronte.

Divertiti insomma e oltre ad una bellissima foto porterai le sensazioni bellissime che hai vissuto davanti a quella persona.

Seconda parte

Leggi la seconda parte della nostra guida: Ritratti (parte 2)

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