USA ON THE ROAD

“Qui dove regna il silenzio , dove il vento arriva annunciato dal fruscio delle foglie , dove i condor dispiegano le ali lanciandosi nel loro volo…

Solo qui la mia anima vagabonda potrebbe restare, per contemplare ogni giorno questa immensità”

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Potrei chiudere qui il racconto del mio viaggio in USA perché queste poche mie  righe  raccontano tutto l’incanto di questa seconda meravigliosa esperienza alla scoperta del continente e di un pezzo di storia americana.

Andare  nel cuore dell’America vera, in un viaggio “on the road” é come entrare in un mondo irreale, dove i confini tra il sogno e la realtà sono indefiniti, dove tutto cospira contro l’affannata ricerca di una linea di demarcazione che é difficile trovare, perché in questo posto sogno e realtà si mescolano in un tutt’uno dando vita ad emozioni indescrivibili a parole.

Monument Valley framed low resCosa si prova andando alla ricerca dei grandi Parchi Nazionali del Colorado, Arizona , Utah, nella “Four Corners Region” fino ad arrivare nel New Mexico a Santa Fe , alla scoperta delle riserve dei Nativi Americani  dislocate in questa zona degli  States per soddisfare il desiderio di entrare nel mito e con esso diventare parte di quel mito stesso e sentirsi albero, roccia, cielo…insomma, un tutt’uno con l’Universo?

E che dire dell’incontro con  gli “Harley drivers” che ora come allora percorrono le strade , bandane ed capelli al vento, dritti ed orgogliosi sulla sella nella loro interminabile , inesauribile  “easy ride” ?

DurangoQui le emozioni sono tante: ben delineate eppure indistinte, perché arrivano a raffica. Inaspettatamente. É sufficiente guidare…Basta guardare dal finestrino della tua macchina e, complice la musica country, non fai nemmeno in tempo ad osservare, perché  il panorama cambia costantemente e ti avvolge, ti avviluppa, ti sorprende, ti ammalia, ti strega…

Ho attraversato le strade più deserte, contornate da monoliti multiformi e incantati, strade costeggiate da interminabili filari di pali della luce, quelli che si vedono nei film e che adesso sono lì, davanti a te e non ci credi, non ce la fai a credere che quella é la realtà e non un film, perchè tutto si confonde in un mix di desiderio ed appagamento. Ho visto i tramonti più intensi,  di quelli che quando ci ripensi ti batte forte il cuore, come per me in questo momento al solo ricordo, ed hai un nodo in gola sopraffatta dalla nostalgia.Ho visto la terra rossa dell’Arizona scivolare sotto le ruote del nostro SUV, dopo aver volteggiato per noi in una meravigliosa danza d’amore, in un turbinio di forme e colori, avanti ai nostri occhi sconvolti da tanta semplice bellezza; occhi desiderosi di posarsi ovunque e di assaporare tutto l’inverosimile che quei posti possano mostrare.

Foto © Daniela Cifarelli Photographer
Foto © Daniela Cifarelli Photographer

Ci siamo regalati , io e mio marito, compagno di vita e di viaggi, emozioni intense ed abbiamo invidiato il volo dei Condor che si tuffano nelle infinità del Grand Canyon e che con i loro volteggi sono i guardiani della silenziosa immensità che ti avvolge, ti prende, ti inebria e ti fa quasi delirare perché vorresti tuffarti anche tu, con loro, tra le rupi scoscese , laggiù , verso il Colorado che puoi solo vedere da lontano così sorprendentemente verde smeraldo, scorrere maestoso con incedere quasi regale.

E poi, nel viaggio di ritorno verso Los Angeles ci siamo immersi nella storia, quella della “Mother Road” la mitica Route 66 * che, ancora abbigliata in perfetto stile ’50-60 ( e pure ’70, ogni tanto) ci ha fatto divertire e sbarrare gli occhi come bambini difronte alla più bella delle vetrine, perché c’è solo un vetro che ti separa dagli oggetti tanto desiderati ed amati e che sai che, oltrepassando quella barriera, quelle cose saranno tue, anche solo per un momento, anche solo per uno sguardo, perché te li porterai dentro, con te, in quel bagaglio che ti trascini dietro, come una chiocciola e che é la tua memoria.

Foto © Daniela Cifarelli Photographer
Foto © Daniela Cifarelli Photographer

Si, perché queste sono state emozioni profonde, strabilianti, che ci hanno segnato, ci hanno stregato, perché sentire un vecchio menestrello che con la sua chitarra ti racconta storie nella fragile lunghezza  di una ballata e ti culla nella sua melodia che ti riporta indietro nel tempo e nel nirvana dei tuoi ricordi più appassionati non ha prezzo, ed allora tu inforchi gli occhiali affinché nessuno veda le tue lacrime di pura felicitá scorrere sul viso, perché l’impatto con quel pezzetto di vita é stato così forte e così acuto, che  non lo puoi condividere con nessuno.

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Durango train*Le città di Kingston, Seligman, Williams, in Arizona,si possono visitare  percorrendo l’ultima sezione  dell’Interstate 40 che scorre parallela con la Route 66 e che si snoda tra le stesse città , ad ovest di Flagstaff, venendo dall’Arizona verso la California.

Una menzione particolare meritano Peaches Spring e Durango.

La prima bisogna andarsela a cercare. Si trova in Arizona ma il percorso é semplicissimo. Noi siamo partiti dal villaggio di Tusayan, uno dei villaggi per accedere al Grand Canyon South Rim  che é raggiungibile transitando sulla 64 che si incrocia sulla Interstate 40, prima di Williams. Da Tusayan si va verso Peaches Spring, percorrendo la Route 66, seguendo le indicazioni. Questa località, composta di quattro casupole e di un paio Hotel xké vicina al Grand Canyon si trova nel territorio della riserva degli Hualapai ed é una delle città che ha maggiormente pagato lo scotto del decadimento della Mother Road a seguito della costruzione della i40.

Arizona Navajo

In questo posto rimangono i resti del Trading Post building e posso dire che qui  c’è il nulla assoluto ma questo posto ha un fascino particolare, con le carcasse delle vecchie macchine arrugginite abbandonate dovunque .Oltre a ciò in questo particolare tratto della  Mother Road, parlo, nello specifico di quello tra Kingman ed Ash Fork, che rappresenta il tratto più bello della Road 66, c’è qualcosa di peculiare e caratteristico che appartiene alla storia americana. Attraversandola, troverete dei curiosi segnali stradali consecutivi prevalentemente di colore rosso , di forma rettangolare ad “altezza di macchina”. È una serie di cartelli posti a circa 100 metri l’uno dall’altro e che, se letti consecutivamente, formano un breve verso in rima ma che hanno la funzione di attirare l’attenzione del guidatore che, x leggerli, deve necessariamente diminuire l’andatura. in effetti la finalità della presenza di questi segnali é proprio questa.Come si sa, in America si guida piano: ora come allora gli “Highway Patrols” sono sempre in agguato!Questi segnali ricalcano una tecnica pubblicitaria utilizzata da una vecchia marca di schiuma da barba degli anni ’50 :Burma-Shave.

New Mexico

Durango si trova in Colorado, nella regione dei “Four Corners”. Se volete assaporare l’atmosfera vecchio west, se volete entrare nella storia ( ed io ve lo consiglio) se volete rimanere a bocca aperta e rivivere le emozioni che vi riportano alla vostra infanzia quando guardavate i film western o leggevate Tex Will, questo é il posto che fa per voi. Imperdibile.

La “Four Corners Region” é la regione ovest degli USA situata nei pressi del punto in cui le frontiere dell’Arizona, del Colorado, del Nuovo Messico e dello Utah si incontrano. Le parti situate in Arizona, Nuovo Messico e Utah, fanno parte della riserva Navajo, mentre quella del Colorado, é nella riserva Ute.

In essa, si trovano i Parchi Nazionali più particolari e più decantati degli Stati Uniti: la Monument Valley, il Grand Canyon (Arizona),la Foresta Pietrificata (Interstate 40- Arizona)’il Canyon de Chelly, l’Antelope Canyon ( Highway 98-Page-Arizona)

Foto © Daniela Cifarelli Photographer
Foto © Daniela Cifarelli Photographer

 

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