Attraversando il Ladakh
C’è una terra straordinaria in Oriente capace di imprigionare il cuore di chi l’attraversa. La paragonerei ad una stella caduta sulla terra, un angolo di paradiso dimenticato. L’altopiano del Ladakh, chiamato anche il piccolo Tibet. I pendii rocciosi delle valli sono un libro aperto di geologia che affascina chiunque per la varietà dei colori, con l’alternarsi degli strati e delle cenge, con i grandi mammelloni sabbiosi.
Il paese degli alti valichi, nomi che provano a evocare, senza riuscirci completamente, la meravigliosa sensazione di trovarsi in una terra unica al mondo. Oasi polverose circondate che si alternano ai monasteri lamaisti, fortezze in miniatura dove il tempo sembra fermo a un’epoca lontana, un luogo remoto e dalla natura sproporzionata dove tutto ha una sua spiegazione poetica o mistica, frutto della serenità e della fede di uno dei popoli più intimamente religiosi del pianeta.
Entrando silenziosamente nei monasteri della valle dell’Indo, camminando nelle immense distese aride e selvagge circondate dalle vette innevate, sono riuscita a scivolare nella pace di un mondo antico, fatto di persone dai gesti semplici e di una spiritualità così profonda da lasciare tracce indelebili nella propria memoria.
Non puoi percorrere la Via prima di essere diventato la Via stessa.
Gautama Buddh
…… E Tutto scorre
All’inizio e alla fine del mondo tutto era acqua e tutto diverrà acqua
E’ l’antico testo del Kata Sarit Sagar a rammentarci che fra questi due estremi il mondo si evolve e si dissolve in una serie interminabile di cicli attraverso milioni di anni. L’uomo partecipa a questo dilemma, appare e scompare di volta in volta nel corso delle ere.
Il pensiero indiano provvede ad offrire una via di salvezza in questo trauma, attraverso il distacco del proprio io dalla ruota senza fine dell’esistenza. Questo distacco può essere operato quando si raggiunge l’asceteismo e la meditazione, annullando il desiderio di possesso, così che ognuno possa guardare aldilà dell’esperienza umana ed apparente.
Altre vie sono offerte al Karma, raggiungimento degli obiettivi positivi, dalla Bakti, amore e adorazione per dio, dal dharma, senso della giusta azione. Questi percorsi spirituali permettono di raggiungere la moskha (liberazione) che conduce il se aldilà del tempo dove il legame con la causa è profondo ed entriamo in uno stato di sonno senza sogni, conosciuto come turiya.
L’uomo ideale (uttam purusha ) è chi ricerca questa visione e gioisce per il benessere di tutte le creature
Chhandogya Upanishadd 8.12