QUESTIONE DI ATTIMI

Giovedì 7 settembre dalle 16.00 alle 20.00, presso Otto Gallery in piazza Mazzini 27 a Roma, si inaugura la mostra fotografica di Stefano Mirabella: Questione di attimi, uno sguardo su Roma in versione Street.

LA MOSTRA

La fotografia, secondo il mio pensiero, è la sintesi tra la rappresentazione della realtà e la capacità di trascenderla. Il quotidiano e la strada sono un teatro incredibile dove il fotografo è allo stesso tempo attore e spettatore.
Un palcoscenico ricco di situazioni, di persone e di aneddoti che vanno visti e colti.
L’imponderabilità, l’anarchia e l’imprevedibilità, sono fattori determinanti che rendono l’indagine fotografica difficoltosa, ma assolutamente affascinante.
La curiosità e la vivacità dello sguardo sono alla base di ogni buona fotografia e si trasformano in un occasione irripetibile per vivere il quotidiano con uno spirito diverso. Senza questo spirito ogni scena rischierebbe, come spesso accade, di essere già vista e rivista.
Tutti gli scatti in mostra sono stati realizzati nella città in cui vivo da sempre, questo non vuole essere per forza un filo conduttore, ma è assolutamente importante per me. Vedere qualcosa di nuovo in un luogo che, per i miei occhi è “vecchio”, è una sfida che mi appassiona e mi spinge ogni giorno a camminare.
Perché è solo camminando e osservando che un fotografo che ha scelto la “strada” può continuare a scattare e a meravigliarsi.
Meravigliarsi e mai permettere all’abitudine di distruggere l’occhio, questo è quello che provo ad essere e questo è quello che vuole essere il “Cielo in una stanza

Stefano Mirabella

L’AUTORE

Stefano Mirabella è nato e vive a Roma dal 1973, nel 2003 muove i primi passi nel mondo della fotografia frequentando alcuni corsi nelle migliori scuole di Roma. Subito dopo inizia un percorso fotografico personale, che lo vede impegnato nel reportage sociale, numerosi i viaggi fotografici all’estero: Thailandia, Cambogia, Laos, Birmania, India, Siria e territori occupati palestinesi. Queste esperienze danno vita ad alcune mostre personali e pubblicazioni varie.
La passione per la fotografia lo porta a intraprendere la strada dell’insegnamento, tiene costantemente corsi di fotografia avanzati e di base, individualmente o per conto di associazioni e scuole.
Dal 2012 pratica la Street Photography. Entra subito a far parte del collettivo italiano Spontanea. Vive la fotografia di strada come un’opportunità per stare tra la gente e riscoprire la sua città. Predilige quel tipo di fotografia che è in bilico tra la voglia di rappresentare la realtà e il desiderio di trascenderla.

Ama profondamente il genere e cerca di condividerlo tramite l’insegnamento, è docente presso Officine Fotografiche. Vincitore del Leica Talent 2014 è docente della prestigiosa Leica Akademie.

 

DOVE?

OTTO Gallery
Piazza Giuseppe Mazzini 27 – Piano 4 Scala A.
00195 Roma
Citofona OTTO Rooms
Ecco il link: https://goo.gl/maps/YZFemWnRGQstxum2A

 

Come arrivare:

OTTO Gallery si trova nel Quartiere Prati di Roma ed è collegata benissimo anche con i mezzi di trasporto:

  • Metro Rossa LINEA A stazione Lepanto
  • Oppure in bus che arrivano fino qui da tutta Roma: 19-30-69-89-280-301-490-495

E se vieni da lontano:

Puoi dormire direttamente nella di OTTO Rooms!

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 La mostra sarà visibile fino al 22 Novembre su appuntamento.

CONTATTI:

Website: www.stefanomirabella.com

Facebook: https://www.facebook.com/stefano.mirabella.1

Instagram: https://www.instagram.com/stefanomirabella/

 

Il lutto cubano

Siamo arrivati a L’Avana la sera del 30 novembre. Tre giorni prima era morto Fidel Castro, controverso ed indiscusso protagonista della storia contemporanea del Paese.

Quando ho appreso della sua morte ho subito pensato che avremmo avuto una grande opportunità: essere a Cuba in un momento storico, di passaggio verso un futuro di forti cambiamenti ancora incerti ma spero non devastanti.

Non ero ancora mai stata a Cuba. Ero curiosa di parlare con la gente e respirare l’atmosfera di quei giorni di lutto in cui tutto il paese si sarebbe fermato.

Il pomeriggio del 30 novembre è partito da L’Avana il corteo con le ceneri di Fidel verso Santiago, quando siamo arrivati noi era già tutto lontano.

Il giorno dopo, L’Avana era una città fantasma, un caldo umido pesantissimo, e la pioggia che ha reso l’atmosfera ancora più grigia e triste. Così ci accolti il paese della musica e del sole.

Ovunque c’erano bandiere a mezz’asta, immagini commemorative di Fidel e del suo 90° anniversario di vita, scritte rievocative del 26 luglio 1953, in ricordo dell’attacco alla caserma Moncada a Santiago di Cuba, uno degli episodi più importanti della Rivoluzione cubana, a cui è stato ispirato il Movimiento 26 de Julio.

Foto: © Simona Ottolenghi – Interno di una casa, L’Avana

In quei giorni precedenti il funerale del 4 dicembre, e quindi la fine del lutto, c’era uno strano silenzio interrotto solo dal rumore delle poche bellissime e decadenti macchine d’epoca, che sono ancora le protagoniste indiscusse delle strade cubane.

Foto: © Simona Ottolenghi – L’Avana

Il sole era tornato, ma rimanevano le bandiere abbassate a mezz’asta, e soprattutto il divieto assoluto di bere e servire alcolici e di ascoltare qualsiasi tipo di musica.

Era stata vietata l’anima di Cuba a Cuba.

Solo in alcuni ristoranti turistici, con le cameriere vestite da Babbo Natale, servivano qualche cocktail a base di rhum, ma mai birra, perché, dicevano, la birra si vede da lontano.

Abbiamo approfittato per parlare con la gente, capire cosa pensano di quel che è stato Fidel per il loro popolo, quanto quel silenzio obbligato fosse vissuto come una costrizione o come un lutto vero e sentito.

A L’Avana alcuni proprietari delle case che ci ospitavano erano poco interessati alla storia e al passato di Cuba… pensavano di più al loro futuro in un turismo che ormai sta diventando di massa.

Foto: © Simona Ottolenghi - L'Avana
Foto: © Simona Ottolenghi – L’Avana

Ma usciti dalla città, tra i coltivatori di tabacco e canna da zucchero, spesso plurilaureati, il sentimento condiviso è di grande rispetto e devozione nel Lidèr Maximo che ha dato ai cubani istruzione e sanità gratuita per tutti e li ha liberati dalla dittatura fascista e corrotta di Batista.

Foto: © Simona Ottolenghi

Sono queste quindi le due anime di Cuba in questo momento di passaggio e cambiamento: quella ancora nostalgica, e certa che Raùl Castro continui sulla linea politica del fratello, e quella che si sta già affacciando al nuovo mondo del turismo, in modo spesso troppo disorganizzato ed approssimativo.

Le casas particulares sono ora autorizzate dal governo, e chi ha modo, non perde l’occasione di trasformare la sua casa in un alloggio per turisti, il porto di L’Avana si è trasformato in un parcheggio per navi da crociera e i pullman turistici da 50 posti sono ormai ovunque…

Rimane però la doppia moneta, il pesos cubano che vale pochissimo (il CUP, 1/24 di €) con cui possono comprare prodotti di prima necessità in botteghe apposite con scaffali prevalentemente vuoti, tutto razionato e controllato, ed il Pesos Convertibile (il CUC, con cambio 1/1 con l’euro), utilizzato dai turisti, che al nero entra nelle mani degli operatori turistici a qualsiasi livello e che crea grosse disparità nella popolazione.

Foto: © Simona Ottolenghi – L’Avana

Questa è la Cuba che io ho vissuto io oggi, in un momento importante per il suo futuro, sperando non venga trasformata in una macchina per investimenti ma che riesca a mantenere la sua forza ed unicità.

Cosa succederà non lo sappiamo, ma già si vedono tante bandiere americane nelle strade e dentro le case, e tanti sono i cubani che con i colori della bandiera USA hanno trasformato il loro abbigliamento…

Che sia un bene o un male sarà solo la storia a dirlo…

Foto: © Simona Ottolenghi – Nave da crociera, L’Avana

Venerdì Santo in Provincia di Potenza

A Barile, (“Barilli” in arbëreshë), comune di circa 3.000 abitanti della provincia di Potenza, per il Venerdì Santo è tradizione che si ripetano i Misteri della Passione.

 

32.Lionetti_a_BarileLe origini di questa ricostruzione storica risalgono alla metà del 1600, momento in cui il clero stava cercando di adattare le usanze locali ai dettami della religione cattolica.

Attualmente è organizzata dal Comitato della Sacra Rappresentazione Via Crucis di Barile, composto da oltre 40 volontari.

Numerosi sono i personaggi in costume che compongono il corteo, aperto da tre centurioni a cavallo e da tre bambine vestite di bianco (le tre Marie).

Il personaggio più’ insolito e’ la Zingara, la più’ bella ragazza del paese, abito scintillante e ricoperta dei gioielli della gente più’ facoltosa di Barile.

E’ un chiaro richiamo alle origini albanesi dei paese.

22.Lionetti_a_Barile

La natura del corteo mostra un’evidente commistione di elementi sacri e profani, poiché i personaggi storici si mescolano a figure più tipicamente popolari dal forte contenuto simbolico.

Nella straordinaria rievocazione della passione di Cristo, motivo di grande significato è l’oro che copre i simboli e riveste i personaggi della sacra rappresentazione.

Sembra che si vogliano rappresentare statue piuttosto che figure in carne e ossa, o meglio le raffigurazioni ieratiche e quasi inespressive oltre che coperte di oro, proprie dell’arte bizantina.9.Lionetti_a_Barile

E’ l’oro, infatti, il motivo ricorrente della manifestazione: l’oro che copre le croci e gli abiti bianchi delle “tre Marie“, bimbe che simboleggiano purezza e innocenza, le braccia impastate della Veronica, impreziosisce le dita dei sacerdoti del Sinedrio; l’oro – infine- che intesse il vestito dell’Addolorata, identico a quello della statua che troneggia in ogni chiesa del Sud.

Ma, soprattutto, “veste” la zingara, personaggio singolare che, secondo la tradizione popolare, ha acquistato i chiodi per la crocifissione.Il corteo si chiude con la presenza delle statue del Cristo Morto e dell’Addolorata, preceduti dal Sacerdote che invita i fedeli alla preghiera ed alla meditazione dei misteri.

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Holi Festival dei Colori in India

Quando si pensa all’India, immediatamente si pensa al COLORE in tutte le sue forme: gli sgargianti Sari che le donne di ogni casta e ceto sociale indossano sempre con grande grazia ed eleganza, i TEMPLI induisti tempestati di migliaia di decorazioni e divinità colorate, le SPEZIE, che caratterizzano tutti i piatti tradizionali e che sono le protagoniste degli affollatissimi mercati con tutte le gradazioni del rosso e del giallo… insomma l’India senza colori non sarebbe l’India!!!

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©Simona Ottolenghi

Ma c’è un periodo dell’anno, che corrisponde all’inizio della primavera, in cui l’esplosione di colori assume la sua massima potenza: si tratta di HOLI, il festival dei colori più famoso del Mondo, durante il quale migliaia, se non milioni di persone, scendono in strada imbrattando con polveri colorate chiunque capiti a tiro.

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©Simona Ottolenghi

E’ una delle feste più antiche della mitologia Indù, e viene celebrata il giorno successivo alla prima notte di luna piena nel mese di Phalgun, che segna anche l’inizio della primavera.

Holi significa ‘bruciare’ e trae origine dalla leggenda di Holika: durante la sera della luna piena, si accendano infatti falò per allontanare gli spiriti e celebrare la Vittoria del Bene sul Male.

Il rito ricorda anche la miracolosa fuga del giovane Prahalad, devoto di Vishnu, dalla demone Holika che voleva darlo alle fiamme: Prahalad grazie alla sua fede in Vishnu scampò illeso mentre Holika morì arsa.

Il giorno successivo all’accensione dei falò la gente si ammassa per il lancio di acqua e polveri colorate per le vie delle città e nei villaggi.

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©Simona Ottolenghi

La Leggenda di Radha-Krishna ricorda proprio il lancio di colori: il giovane Khrisna, geloso dell’amata Rada per la bellezza della sua pelle, le dipinse tutta la faccia.

Così, i Templi durante Holi sono decorati con i colori e un idolo di Radha sull’altare.

Nel nostro Viaggio Fotografico abbiamo partecipato con grande entusiasmo, divertimento e qualche piacevole sorpresa ai festeggiamenti di questa fantastica festa dalle lontane origini religiose.

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©Simona Ottolenghi

Il nostro Holi è iniziato in un piccolissimo Tempio della bellissima Bundi, nel cuore del Rajastan dove siamo stati invitati a partecipare ad una loro cerimonia. Siamo stati accolti con grande calore  e subito coinvolti a stare in mezzo alla folla ed a ballare con loro. Non c’era differenza tra loro e noi, eravamo lì, ballavamo e scattavamo foto, quando improvvisamente, senza accorgercene, eravamo completamente colorati! Mancava ancora qualche giorno ad Holi, quindi non eravamo assolutamente preparati a ciò che ci avrebbe attesi. Avevano infatti iniziato a lanciare prima fiori e poi polveri di tutti i colori trasformando il Tempio in un fantastico e gioioso arcobaleno!

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©Simona Ottolenghi

Per fortuna siamo riusciti a salvare in qualche modo le fotocamere che non avevamo avuto modo di proteggere con le migliaia di buste che avevamo portato proprio per l’occasione.

Tra i partecipanti alla festa c’era anche un fotografo indiano che ci ha scattato qualche foto con la promessa di inviarcele via mail… certo non ci aspettavamo che quelle foto erano destinate ad una delle più famose testate del Rajastan!!!!

Dopo questo primo assaggio di Holi a Bundi, siamo andati a Jaipur dove abbiamo partecipato ai falò sulle strade della città e ci siamo immersi il giorno dopo nei veri festeggiamenti trasformandoci in divertite macchiette colorate! In giro per la città sui risciò ci fermavamo non appena individuavamo situazioni interessanti anche dal punto di vista fotografico… ma non facevamo a tempo a scendere che le nostre facce ed i nostri vestiti venivano ricoperti di ulteriori strati di colori fino a renderci assolutamente irriconoscibili!

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©Simona Ottolenghi

E’ stata una bellissima esperienza che ripeteremo sicuramente il prossimo anno e che spero possa essere di augurio per un anno pieno di gioia e colori per tutti!

Articolo giornale
Pubblicazione su giornale locale

Holi Festival 2015

Foto: © Simona Ottolenghi
Foto: © Simona Ottolenghi

 

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