I pastori Yazidi vivono nelle regioni montuose dell’Armenia e sono originari del Kurdistan. Si sono trasferiti in Armenia nel corso del XIX e XX secolo per sfuggire alle persecuzioni e per trovare un luogo più sicuro per praticare la loro fede e conservare le loro tradizioni. La cultura Yazida è antica e profondamente inserita nella storia del Medio Oriente. La loro religione,lo Yazidismo è monoteista con influenze di zoroastrismo, islam, cristianesimo e altre tradizioni religiose.

In Armenia i pastori Yazidi conducono una vita nomade o semi- nomade, spostano stagionalmente con i loro greggi di pecore e capre. Il ritmo della loro vita è dettato dalla natura: in estate salgono dove i pascoli sono più verdi e poi discendono più a valle in inverno. Il loro lavoro è faticoso e legato profondamente con la vita dei loro animali.

La lingua yazida è il Kurmaji e rappresenta un altro elemento che identifica la loro identità culturale. Si trasmettono fra loro le leggende, le storie sacre, e le canzoni popolari è custodiscono le loro tradizioni.

La Comunità oggi
Nonostante le sfide e le difficoltà, la comunità yazida in Armenia ha dimostrato una grande capacità di adattamento. Negli ultimi decenni, gli Yazidi hanno lavorato per migliorare le loro condizioni di vita, ottenere diritti e riconoscimenti e mantenere vive le loro tradizioni.

In Armenia, gli Yazidi sono ben integrati e rappresentano una parte significativa del tessuto interculturale del paese. Il governo armeno ha riconosciuto i loro diritti e supporta la conservazione della loro cultura.
Nel corso della nostra breve visita abbiamo percepito il loro modo di vivere in comunità: ci sono le tende come spazio comune per i pranzi e il lavoro, i carrozzoni come abitazione, i recinti per suddividere gli armenti. Ci ha accolti la nonna capostipite che vive più in disparte.

Al nostro arrivo era in corso la mungitura; le pecore di conseguenza fanno un percorso verso i pastori e vengono convogliate verso un imbuto in cui possono passare due alla volta per essere munte. Un pastore ha il compito di farle entrare in due strettoie in cui passano una alla volta, un altro le tiene ferme seduto su una sedia, mente due donne, una per fila le mungono.

Al termine della mungitura parziale le pecore vengono raggiunte dai loro agnelli; il latte viene raccolto e lavorato all’interno di una tenda. Un capretto pronto da cucinare, viene portato alla nonna per essere cucinato.
Al termine della mungitura una delle due donne che mungevano si lava le mani in un secchio al fianco del marito.





























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