Pastori Yazidi in Armenia

I pastori Yazidi vivono nelle regioni montuose dell’Armenia e sono originari del Kurdistan. Si sono trasferiti in Armenia nel corso del XIX e XX secolo per sfuggire alle persecuzioni e per trovare un luogo più sicuro per praticare la loro fede e conservare le loro tradizioni. La cultura Yazida è antica e profondamente inserita nella storia del Medio Oriente. La loro religione,lo Yazidismo è monoteista con influenze di zoroastrismo, islam, cristianesimo e altre tradizioni religiose.

Un recinto di pecore tra le montagne in Armenia
Foto: © Marco Romani

In Armenia i pastori Yazidi conducono una vita nomade o semi- nomade, spostano stagionalmente con i loro greggi di pecore e capre. Il ritmo della loro vita è dettato dalla natura: in estate salgono dove i pascoli sono più verdi e poi discendono più a valle in inverno. Il loro lavoro è faticoso e legato profondamente con la vita dei loro animali.

Tenda di pastori Yazidi nomadi in Armenia
Foto: © Marco Romani

La lingua yazida è il Kurmaji e rappresenta un altro elemento che identifica la loro identità culturale. Si trasmettono fra loro le leggende, le storie sacre, e le canzoni popolari è custodiscono le loro tradizioni.

La mungitura
Foto: © Marco Romani

La Comunità oggi

Nonostante le sfide e le difficoltà, la comunità yazida in Armenia ha dimostrato una grande capacità di adattamento. Negli ultimi decenni, gli Yazidi hanno lavorato per migliorare le loro condizioni di vita, ottenere diritti e riconoscimenti e mantenere vive le loro tradizioni.

Lavorazione dei prodotti caseari in Ermenia
Foto: © Marco Romani

In Armenia, gli Yazidi sono ben integrati e rappresentano una parte significativa del tessuto interculturale del paese. Il governo armeno ha riconosciuto i loro diritti e supporta la conservazione della loro cultura.

Nel corso della nostra breve visita abbiamo percepito il loro modo di vivere in comunità: ci sono le tende come spazio comune per i pranzi e il lavoro, i carrozzoni come abitazione, i recinti per suddividere gli armenti. Ci ha accolti la nonna capostipite che vive più in disparte.

Un capretto ucciso viene portato nella baracca della anziana capostipite
Foto: © Marco Romani

Al nostro arrivo era in corso la mungitura; le pecore di conseguenza fanno un percorso verso i pastori e vengono convogliate verso un imbuto in cui possono passare due alla volta per essere munte. Un pastore ha il compito di farle entrare in due strettoie in cui passano una alla volta, un altro le tiene ferme seduto su una sedia, mente due donne, una per fila le mungono.

Vita dei pastori
Foto: © Marco Romani

Al termine della mungitura parziale le pecore vengono raggiunte dai loro agnelli; il latte viene raccolto e lavorato all’interno di una tenda. Un capretto pronto da cucinare, viene portato alla nonna per essere cucinato.

Al termine della mungitura una delle due donne che mungevano si lava le mani in un secchio al fianco del marito.

Istanbul 2.0

Penso ad Istanbul come ad un luogo che raccoglie una parte di noi, una parte che abbiamo dimenticato, penso al contrasto tra modernità e tradizione in una città di confine. Non è un mondo estraneo, né astratto ma pieno di voci e colori.
murales tra le strade i Istanbul
Foto: © Gianluigi Nocco
Certo emana il fascino dell’esotico, ma si tratta di un esotismo che in realtà influenza ed ha influenzato la ns storia di occidentali ed italiani da oltre un millennio e, nello stesso tempo, ha assorbito molti tratti della ns cultura.
Lussuose vetrine nel centro di Istanbul
Foto: © Gianluigi Nocco
La città, la seconda Roma, radicata in Europa, avamposto dell’Asia, bacino di culture, di mercati e di antiche spezie; eppure metropoli segnata dal consumismo e dalla modernità. In essa vedo i volti di tante etnie frutto di secoli di scambi, di guerre e migrazioni. Dalle colonne d’Ercole al Bosforo, un unico grande porto: il mediterraneo.
Il tramonto sul Bosforo
Foto: © Gianluigi Nocco

Modernità:

Oggi Istanbul presenta il risultato della laicizzazione dello stato voluto da Ataturk insieme al fenomeno di forte radicalizzazione religiosa che cosparge le strade di donne in burqa.
Ragazze emancipate sui tetti di Istanbul
Foto: © Gianluigi Nocco
Un contrasto forte in una città che è sempre stata per la Turchia la porta verso l’occidente, ragazze e donne emancipate nei modi e negli abiti convivono con figure monocromatiche che lasciano intuire sotto la la tela una presenza femminile.
scorci di modernità ad Istanbul
Foto: © Gianluigi Nocco
Magari può rivelarsi un soggetto fotografico da incorniciare in una foto didascalica, eppure quelle vesti sono la sintesi materica di una cultura che sembra non avere nulla da condividere con l’epoca in cui viviamo.
Donna con i capelli rossi in un tavolino di un bar ad Istanbul
Foto: © Gianluigi Nocco
La visione espressa nelle foto non esprime alcun giudizio, semmai evidenzia come sussistano nello stesso luogo scelte diverse e, forse, in alcuni casi, imposte. Imposte dalla famiglia o senza saperlo, dalla ns società che sembra spingerci verso la libertà, libertà di essere omologati.
porticato con ombre al tramonto
Foto: © Gianluigi Nocco

Istanbul, la città tra due Continenti

Dove mi trovo? Non riesco a capire non solo in quale nazione, ma neanche in quale continente. So che mi trovo in una città (o piuttosto si potrebbe definire megalopoli) che ha una posizione geografica unica; infatti, con tutta la sua grandezza, si estende tra due continenti: l’Europa e l’Asia ed è evidente che tale posizione ha contribuito e tutt’ora contribuisce all’incontro ed al successivo mix fra culture diversissime.

Tradizione e modernità ad Istanbul: una ragazza vestita in stile occidentale scende da un taxi mentre in primo piano c'è un disegno antico
Foto: © Claudio Mantovani

La storia racconta che è stata la capitale dell’Impero romano, di quello ottomano e della repubblica di Turchia, anche se la capitale politica è poi stata spostata ad Ankara. Tuttavia è sempre rimasta il centro culturale ed economico del paese.

E’ anche un luogo dove passato e presente si intrecciano in un evidente abbraccio.

Luci, ombre e riflessi tra le strade di Istanbul
Foto: © Claudio Mantovani

Si trova anche in una nazione, che si estende su un territorio in gran parte asiatico, candidata all’adesione alla Unione europea e perciò che cerca di mantenere stretti legami economici e di cooperazione con l’Unione stessa.

Due Continenti, una città

Quando si cammina in questa città si può entrare in una moschea, vicino al bazar delle spezie, e siamo certi di trovarci in un paese islamico. Poi però si entra in un bar, non lontano dal museo dedicato ad Ara Guler, e siamo catapultati in occidente. Si arriva al quartiere Fatih e ci si imbatte in un giovane in abito tradizionale islamico (con il suo tipico cappello), ma che però parla al telefonino.

Ara Guler ritratto in un bar di Istanbul
Foto: © Claudio Mantovani

Da un taxi, nei pressi del ponte di Galata, scende una donna occidentale e pare si catapulti in mezzo a dei soldati ottomani. Siamo ad una fermata del tram nel quartiere Eminonu e incontriamo una donna vestita in burka nero tradizionale, una che indossa il solo velo ed un’altra vestita all’occidentale.

Il battello sul Bosforo
Foto: © Claudio Mantovani

Continuo ad essere circondato da una strana mescolanza di tradizioni islamiche e tentativi di europeizzazione, da una ricca fusione tra Oriente e Occidente e da una insolita sensazione costantemente sospesa tra presente e passato.

Insomma a questo punto abbiamo capito ed è abbastanza chiaro che mi trovo ad Istanbul.

Al termine del viaggio due novelli sposi ci salutano: ma la sposa è vestita con un abito tradizionale, mentre lo sposo è vestito all’europea…non ne usciamo!

Claudio Mantovani

La moschea di Istanbul riflessa in un vetro
Foto: © Claudio Mantovani

Lost in Istanbul

Lost in Istanbul Quando visitai Istanbul per la prima volta, ormai oltre 10 anni fa, tornai con l’immagine scolpita di una luce spettacolare: tagli di luce e ombre scure, contrasti che enfatizzavano le scene di vita sul Bosforo.

Una donna fotografa con un cellulare il passaggio di un tram
Foto: © Serena Pergola

Ne rimasi affascinata e mi riproposi di tornare per dedicare qualche giorno alla mia grande passione, la fotografia di strada, un modo per vivere i luoghi guardandoli con occhi diversi, cercando il contatto con la quotidianità, superando quella mia iniziale timidezza e andare alla ricerca di scene di vita.

Una bottega di Street Food ad Istanbul
Foto: © Serena Pergola

Finalmente l’occasione, un gruppo di fotografi in partenza sotto la guida di Stefano Mirabella, un amico oltre che un eccezionale maestro di Street.

Un viaggio che parte a Dicembre, ancora non fa troppo freddo, con un po’ di fortuna ritroverò quelle sensazioni e quella luce e potrò finalmente tradurle in immagini.

Un pescatore mostra un pesce sul Bosforo
Foto: © Serena Pergola

Si parte, con in mente il lavoro immenso di due grandi maestri come Ara Güler e Alex Webb, ognuno con la sua diversa visione di questa capitale a cavallo tra due continenti, crocevia di storia e di storie da raccontare.

Un negozio di Istanbul
Foto: © Serena Pergola

Però spesso i piani non vanno proprio come previsto: una volta arrivati ci troviamo a vivere una settimana di pioggia intensa e continua, che ci insegue incessante per le strade della città.

Il viaggio inizia

Così ci immergiamo senza sosta in un set inizialmente difficile e inaspettato, che giorno dopo giorno ci regala un’atmosfera insolita e unica in cui muoverci, entrare in contatto con le persone con complicità per ripararsi dalla pioggia, fino a perderci per i quartieri e tra la gente di Istanbul, bagnati e felici, proprio come in una canzone che nel frattempo risuona nelle strade e che presto diventa la nostra colonna sonora:

Standing in the heavy rain
I was someone I was not
Freezing cold I follow
The wind like an arrow
It will lead me to you
I’m lost in Istanbul
(Brianna)

Un negozio di tessuti ad Istanbul
Foto: © Serena Pergola

Epilogo

A Istanbul sono poi tornata ancora, inseguendo quella famosa luce che era nei miei ricordi e, ironia della sorte, tornandoci la terza volta trovai… giornate di neve!! Ma questa è un’altra storia.

Negozio di Istanbul in un giorno di pioggia con la bandiera turca esposta e la vetrina bagnata
Foto: © Serena Pergola

Piove su Istanbul

Il mio viaggio fotografico a Istanbul è stato accompagnato, quasi per intero, dalla pioggia. Una pioggia insistente, come un velo costante tra me e la città.

Street fodo ad Istanbul
Foto: © Donatella Bernabucci

Eppure, paradossalmente, malgrado non sia stato facile da gestire con la macchina fotografica, non è stato un ostacolo. Anzi. La voglia di produrre immagini significative mi ha fatto accogliere l’acqua come un elemento complice.

Le gocce sui vetri e sull’obiettivo, i riflessi, le ombre più dense: tutto contribuiva a una resa visiva diversa anche per un fotografo che con la luce gioca per creare contrasti e rendere le immagini più interessanti.

gocce di pioggia su un vetro che in trasparenza mostra un volto femminile
Foto: © Donatella Bernabucci

La pioggia mi ha costretto a rallentare, a soffermarmi sui dettagli, a cercare in ogni scena l’atmosfera, l’emozione e il senso, dato che non era possibile avere una buona luce e colori accesi.

La vetrina di un negozio di Istanbul, al dià del vetro si distinguono la bandiera turca e il volto di un uomo
Foto: © Donatella Bernabucci

Ho sperimentato che l’acqua può essere un filtro creativo, capace di cambiare radicalmente la percezione di un luogo ed è diventato divertente usare questo elemento in una città come Istanbul, che, con il suo carattere eclettico, è stato un soggetto perfetto anche in queste circostanze.

Un negoziante si affaccia in vetrina qundo smette di piovere
Foto: © Donatella Bernabucci

Quello che mi ha colpito di più della città è stata proprio la sua natura caleidoscopica. In meno di trecento metri puoi passare da un’atmosfera da capitale europea, elegante e moderna, ai colori e ai profumi dei mercati orientali, ai vicoli silenziosi dei quartieri ortodossi o delle zone musulmane più conservatrici.

Una donna velata passa davanti ad un carretto di street food sul Bosforo
Foto: © Donatella Bernabucci

Ogni angolo sembra raccontare una storia diversa. Istanbul è perfetta per chi cerca immagini che raccontino la complessità del reale.

Trasparenze e sovrapposizioni di piani e di immagini in un fast food di Istanbul
Foto: © Donatella Bernabucci

A fine giornata, tornavo in albergo bagnata e mezza congelata, ma con la scheda e la mia memoria piena di storie ed emozioni e avevo la sensazione di aver visto, davvero, qualcosa di non usuale. Nonostante – o forse grazie a – la pioggia.

dal nostro Viaggio Fotografico Istanbul Street dicembre 2023. Capogruppo Stefano Mirabella

Shopping tra le vie del centro di Istanbul
Foto: © Donatella Bernabucci

Presentazione libro Mauritania Roma

Mercoledì 16 luglio 2025 a Roma:

Siamo felici di presentare il nuovo libro fotografico “Mauritanie. Le peuple du désert” i cui autori, oltre a Simona Ottolenghi e Roberto Gabriele, hanno partecipato al Viaggio Fotografico in Mauritania nel 2023 e 2024.

Questo bellissimo libro di oltre 200 pagine, con le immagini di 7 autori, segna una nuova iniziativa di collaborazione tra Viaggio Fotografico e la ONG Bambini nel Deserto ETS di cui Roberto e Simona sono soci attivi da circa un decennio.

Copertina del libro Mauritanie. Le Peuple du desert.
La copertina del nostro libro

Il libro:

Sfogliare il libro “Mauritanie. Le peuple du désert” è come ripercorrere assieme ai 7 autori le esperienze loro vissute in un percorso personale e intimo, che li portati a vivere la vastità ed eterogeneità di questo vastissimo territorio dominato da infinite distese di sabbia desertica.

E’ il deserto infatti il protagonista assoluto che ha plasmato la gente del posto, dalla vita quotidiana alle tradizioni vissute dagli autori attraverso la condivisione del tè nelle loro tende, o nella partecipazione al festival dei nomadi che si svolge nel mese di dicembre alle porte della città di Chinguetti custode di biblioteche con manoscritti antichissimi.

 

Gli autori:

I 7 autori dello splendido volume sono (in ordine alfabetico):

  • Andrea Del Genovese
  • Brunella Martucci
  • Elisabetta Tufarelli
  • Luca Maiorano
  • Roberto Gabriele
  • Silvana Di Segni
  • Simona Ottolenghi

QUANDO:

Vi aspettiamo mercoledì 16 Luglio 2025 dalle 18:45.

Saranno presenti alcuni degli autori, tra cui Luca Maiorano e Silvana Di Segni, Simona Ottolenghi e Roberto Gabriele di Viaggio Fotografico, Luca Iotti presidente di Bambini nel Deserto, Dahi Kourou nostro referente in Mauritania e Marco Borghesi del Tour Operator TibiWorld.

DOVE?

Studio Aedificante di Luca Fiorentino
Via Tripolitania 164
00199 Roma

 

Come arrivare:

Lo studio Aedificante, è collegato benissimo anche con i mezzi di trasporto, e si trova  6 minuti a piedi dalla stazione Metro Libia, sulla linea BLU:

IL LIBRO SARA’ IN VENDITA DURANTE LA SERATA

 

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