Descrizione
La festa delle Aquile
Torniamo a fare uno dei nostri itinerari più suggestivi: la Mongolia e la sua festa delle Aquile con i suoi usi e costumi che lasciano davvero senza parole. Una full immersion in un modo ancora perfettamente conservato nelle sue tradizioni.
Lo faremo in occasione della festa tra le feste, il più importante momento di aggregazione dell’anno in Mongolia: il festival delle Aquile.
Uniremo al festival il fascino selvaggio del Deserto dei Gobi, con i Nomadi che lo abitano vivendo nelle Ger, le tipiche tende a base circolare nelle quali dormiremo anche noi per quasi tutto il nostro Viaggio Fotografico.
Il percorso nel Deserto di Gobi resta identico già fatto nella nostra prima edizione, ma abbiamo aggiunto questo secondo itinerario proprio per andare al Festival delle Aquile: raggiungeremo in volo i monti Altai e proprio lì ci sarà la parte che abbiamo inserito quest’anno. E’ un viaggio pieno di interesse naturalistico e sociale: visiteremo le ger dei Nomadi che abitano in un paesaggio sconfinato nel quale non esistono strade e dove per muoversi ci si affida all’esperienza degli Autisti che per orientarsi riconoscono le cime delle montagne.
La cosa che ti potrà letteralmente sconvolgere è l’accoglienza che queste persone hanno per chi vada a trovarle: ti aprono la loro casa (che in effetti è una tenda) e ti mostrano il loro mondo circolare di pochi metri quadrati in cui trova spazio molto spesso una televisione, una stufa a legna e 2 letti. I piccoli villaggi isolati nel nulla sono degli avamposti estremi in cui la gente si riunisce e trova alcuni servizi essenziali, leggi l’articolo del Capogruppo sui villaggi mongoli.
Giuseppe Pagani –
Il viaggio in Mongolia con Roberto è stato semplicemente perfetto. L’organizzazione è stata impeccabile e ha permesso di godere appieno di quello che la Mongolia ha da offrire a livello paesaggistico, culturale, culinario e non solo. Questo viaggio ci ha fatto toccare con mano tutte queste dimensioni, scoprendo questo Paese non solo da dietro l’obiettivo di una macchina fotografica (che comunque è sempre una bella prospettiva, soprattutto considerando che la Mongolia è estremamente fotogenica), ma entrando spesso in contatto con le persone del luogo.
A tutto questo si aggiunge il sempre presente e prezioso supporto di Roberto per qualsiasi consiglio fotografico che – almeno per quanto riguarda il sottoscritto – ha consentito di fare più che un passo in avanti nell’ apprendere tecniche fotografiche e migliorare i miei scatti.