Descrizione
Samarcanda, lungo la Via della Seta:
Il Navrùz
Iniziamo a sognare nella gloriosa Samarcanda, il cui nome da solo già evoca miti e leggende. È una delle città più antiche del mondo, un tempo fu la più ricca città dell’Asia Centrale con i tanti monumenti che raccontano la sua gloria e ricchezza.
Partiamo subito con immersione nei preparativi della festa di Primavera “Navruz”. Potremo assaggiare i vari piatti tradizionali cucinati in occasione della festa (essendo eventi all’aperto, è condizionata quindi delle eventuali variazioni del tempo atmosferico).
Poi al Navruz dedicheremo una intera giornata in un piccolo villaggio in campagna nei pressi di Samarcanda. Qui la festa è incredibile e veramente autentica, realizzata dagli abitanti locali per loro stessi e non come spettacolo folcloristico per i turisti.
I primi sono gli uomini che si confrontano con il Kurash, la lotta libera tradizionale che viene fatta su un enorme tappeto steso in piazza, al termine dell’incontro si può vincere una gallina viva o una camicia marcata ITALIA (almeno questo è quanto abbiamo vissuto lo scorso anno!).

Mentre gli uomini lottano, le donne danzano a poca distanza e indossano i vestiti più colorati, un tuffo nel passato, sembra di stare nella vecchia Unione Sovietica degli anni ’50. I godimento fotografico e umano di questa giornata puoi solo immaginarli finchè non vieni a viverli insieme a noi.
Le altre bellezze
A Samarcanda non mancheremo di scoprire anche la magnificenza della città con la grandiosa piazza Registan (che fotograferemo sia di giorno che di notte perchè è sempre straordinariamente bella). Ammireremo le tre straordinarie madrase di Ulug Begh, Shi Dor e Tilya-Kari, famose per la purezza delle linee e l’eleganza delle maioliche turchesi.
Il monumentale complesso dei mausolei Sach-i-Zinda; la moschea Bibi-Khanym, che sbalordisce per la ricchezza del decoro; il sito archeologico di Afrassiab con le rovine dell’antica Samarcanda, abbandonata all’inizio del XII secolo dopo la conquista dei mongoli, l’osservatorio di Ulugh Begh.
Dopo Samarcanda il viaggio continua verso Bukhara. Lungo il percorso, che segue la pista Sud, faremo una sosta nella località di Sachri Sabz, città natale di Tamerlano. Qui visiteremo le rovine del Palazzo d’Estate, che conserva un imponente portale, il Mausoleo di Jehangir, figlio prediletto di Tamerlano e la moschea Kok Gumbaz.
GLI IMPERDIBILI:
A marzo 2020 faremo la quinta edizione di questo ennesimo straordinario Viaggio Fotografico!
Il Capogruppo sarà Simona Ottolenghi che ricalcherà il percorso già sperimentato a Samarcanda e dintorni nelle quattro precedenti edizioni.
Sarà un viaggio con interessantissime location fotografiche uniche e sconosciute al Turismo di massa. Iniziamo con gli EXTRA del nostro Programma, con quello che renderà il viaggio non solo bellissimo, ma anche fotograficamente accattivante e diverso dai altri viaggi lungo la Via della Seta.
Il Navruz:
Da quelle parti non avevano mai visto un turista, figuriamoci un gruppo di fotografi!
Il Navruz è la festa della Primavera con la quale si celebrano dei riti di passaggio: gli uomini con gare di lotta tradizionale, le donne con danze e vestiti coloratissimi.
Il Lago Aral:
L’enorme lago prosciugato, scandaloso per lo scempio ecologico causato dall’uomo, oggi è diventato un area di deserto di oltre 300 chilometri di diametro.
Anche questo, nel suo squallore è però una delizia fotografica tutta da scoprire ed ha un fascino fotografico assolutamente unico con i relitti di intere flotte navali che giacciono sul fondo ormai prosciugato.

La parte classica del viaggio:
Ma il viaggio ha anche altre cose meravigliose che sono la mitica Samarcanda, la lunga via della seta percorsa da Marco Polo e ancora oggi in piena attività commerciale. E ancora città come Bukhara e Khiva che sono perfettamente conservate e possono ostentare una storia millenaria fatta di conquiste, leggende e meravigliose architetture.
Faremo un tuffo nel paese più ricco di storia di tutta l’Asia centrale, alla scoperta di alcune delle città più antiche del Mondo situate sulla rotta della famosissima quanto importante Via della Seta.
Bukhara:
Bukhara è la città più sacra dell’Asia centrale ed una delle migliori località per farsi un’idea di com’era il Turkestan prima dell’arrivo dei russi.
Nel centro storico, gran parte del quale è sotto tutela architettonica, si trovano madrase molte antiche, una massiccia e decadente fortezza reale e i resti di un mercato che una volta era molto vasto.
Il governo ha investito molto nel suo restauro, riportando alla luce diverse vasche di pietra (hauz) fatte riempire dai sovietici, per garantire l’approvvigionamento idrico. I bolscevichi modernizzarono il sistema e prosciugarono le vasche.
Tashkent:
Finiremo il nostro viaggio a Tashkent, considerata la città più sovietica dell’Asia centrale, interessantissima dal punto di vista architettonico e quindi fotografico per i contrasti tra le architetture ex sovietiche e una storia millenaria.
Dopo essere stata ricostruita in seguito al terremoto del 1966, la città è formata da condomini decorati con motivi uzbeki e slogan illuminati, piazze d’armi che si spalancano intorno a solenni monumenti e chilometri di parchi.
Quindi, dopo aver visitato la parte sovietica, non mancheremo di visitare anche la città vecchia, caratterizzata da cortili che nascondono alberi da frutta e vigneti.
Allo stesso modo ci “perderemo” in un dedalo di viuzze sterrate su cui si affacciano case basse di mattoni e fango, punteggiata di moschee e vecchie madrasse risalenti ai secoli XV e XVI.
Durante le escursioni in città, potremmo imbatterci nei preparativi dei festeggiamenti della festa del Navruz, considerata la festa del nuovo anno, dell’amicizia e della primavera.

Uzbekistan sconosciuto:
Ma non è tutto: ci soffermeremo ancora a fare migliaia di foto nei villaggi di campagna anche questi assolutamente sconosciuti al turismo di massa, ma che sono invece interessantissime testimonianze da fotografare.
Andremo a conoscere la gente, a cucinare il Plov (il piatto tradizionale a base di riso, carote gialle e ) presso una famiglia dove sarà possibile fare le nostre foto in un contesto reale e quotidiano, non sarà certo la cucina di uno chef stellato, ma avrà quel contesto fotograficamente ideale per noi.
Se ti piacciono le scene di vita rurale nei villaggi questi saranno il contesto giusto per noi con pochi contadini e tanti allevatori da fotografare, gli Uzbeki sono un popolo molto aperto ai visitatori, sempre sorridenti per ostentare i loro denti d’oro testimonianza di ricchezza e benessere.
E poi in mezzo c’è il deserto… Circa 500 chilometri che percorreremo nel nulla, a volte sfiorando vecchie fabbriche della dominazione sovietica sulle quali campeggiano incomprensibili scritte in cirillico a viva testimonianza di un passato ancora vivo.
Non perderemo la vera perla dell’architettura islamica che concluderà questo bellissimo viaggio: la piccola cittadina di Khiva. Il suo centro storico si è interamente conservato in una vera e propria città-museo.
Khiva conserva moschee, tombe, palazzi, vicoli ed almeno 16 madrasse. Nel cortile della madrasa Rakhim Khan assisteremo allo spettacolo di una famiglia di acrobati e funamboli.

Il Buzkashi:
Vogliamo ringraziare Giorgio Sega e Luca Maiorano che sono gli autori di questi due video sul Buzkashi che vi proponiamo qui sotto. Giorgio e Luca erano con noi nel nostro Viaggio Fotografico in Uzbekistan Edizione 2017 .
Il Buzkashi che qui in Uzbekistan si chiama Kupkari è uno sport antico e cruento e molto diffuso in tutta l’Asia Centrale, si tratta di una competizione a cavallo nella quale un centinaio di cavalieri si contendono senza esclusione di colpi una pecora morta.
Pur nel dovuto rispetto che abbiamo per gli animali, questi eventi hanno un profondissimo valore culturale, sociale e antropologico e sono interessantissimi dal punto di vista fotografico. Non ne condividiamo l’etica, ma vi partecipiamo senza giudicare una cultura tanto diversa dalla nostra.
Di sicuro si tratta di eventi NON turistici ai quali non è neanche sicuro che si riesca a partecipare poichè sono molto veri e nascono spontaneamente tra la gente, occorre un pò di fortuna ma faremo davvero di tutto per riuscire a trovarne uno, ed fino ad ora ce l’abbiamo fatta!

Simonetta fantini –
Un viaggio che merita fotograficamente e anche per la storia , lo consiglio anche a un eventuale accompagnatore del fotografo.
In questo viaggi o Roberto è stato più instancabile del solito, a lui il merito di trovare posti particolari per fotografare e se si vuole si può stare fuori fino alla mattina …?♀️Poi stando sul pullman ci si conosce meglio,C’è l’occasione di fare post produzione,E abbiamo avuto una guida eccellente …da non perdere ??
Lia Taddei –
Premetto che di norma non amo fare viaggi di gruppo, di solito mi piace organizzare i viaggi in autonomia. Quest’anno tuttavia ho voluto provare la formula di un viaggio fotografico in quanto conciliava due mie grandi passioni. La scelta è caduta su “Viaggio Fotografico” un po’ per caso, dopo una ricerca in web, attirata sia dalla formula che veniva offerta sia dalla destinazione, l’Uzbekistan, a cui finora non avevo pensato. E sinceramente devo dire che l’esperienza è stata più che positiva.
Il capogruppo Roberto Gabriele si è rilevato una persona competente, professionale, sempre presente e disponibile, ma soprattutto attento a quegli aspetti che per me sono importanti in un viaggio, cioè l’attenzione e il rispetto per le persone e la cultura del posto che si visita. Mai stanco, sempre pronto a dare dei consigli fotografici, ha sempre trasmesso al gruppo entusiasmo e stimolato la curiosità.
L’Uzbekistan si è rilevata una destinazione veramente interessante che consiglio a tutti.
E anche viaggiare con un gruppo affiatato con cui condividere gli stessi interessi è stato magnifico.
Che dire ancora? Aggiungo solo che, ritornata da soli due giorni da questo viaggio, mi ero già iscritta ad un altro tour con “Viaggio Fotografico”!!!
Lia Taddei