Destino

Destino

Destino è il racconto di viaggio con il quale Nadia Cianelli ha partecipato a Travel Tales Award 2021 

 

Ho attraversato la Patagonia in autobus, accompagnata dall’interminabile linea retta dell’orizzonte, la macchina fotografica e una busta: di quelle gialle, con stampato in alto a sinistra “Poste Italiane” e scritto a mano un improbabile indirizzo: “Por el Capitan del barco Barracuda – Ushuaia”.

Destino
Foto: ©Nadia Cianelli

Una persona incontrata per caso pochi giorni prima di partire mi aveva chiesto la “cortesia”. Non era quello il motivo del mio viaggio, ma da allora recapitare quella busta è diventata la mia missione.

Man mano che si scende verso sud la presenza umana si fa sempre più rarefatta. Le distanze tra le cittadine sono enormi, lungo il percorso di tanto in tanto si vede una estancia, o la carcassa di un guanaco rimasto intrappolato nel filo spinato delle recinzioni. Un gaucho a cavallo galoppa verso casa seguito dai suoi cani.

Destino
Foto: ©Nadia Cianelli

Puerto Madryn, la Peninsula Valdés, Puerto Piramides, Punta Ninfas, pinguini e leoni marini. Rio Gallegos, Cabo Virgenes e quel faro che guarda verso il Cile, fino a giungere alla fine del mondo: la Terra del Fuoco.

Il mio istinto di fotografa mi aveva suggerito un’intenzione: ad ogni tappa ho fermato persone e le ho fotografate chiedendo loro di posare con la busta gialla in mano.

“Cosa c’è dentro?” mi chiedevano stupiti. “Non lo so, decidi tu” rispondevo, allora si facevano seri, concentrati in qualche pensiero. E io scattavo.

Destino
Foto: ©Nadia Cianelli

Giorno dopo giorno quella busta diventava sempre più pesante nell’accogliere i pensieri di tutte le persone ritratte, e per me sempre più importante. Fino a pochi chilometri da Ushuaia non mi era mai venuto in mente che quel Capitano del   barco Barracuda avrei potuto anche non trovarlo. Una volta arrivata in città vengo assalita da una frenetica urgenza. Consegnare quella busta ormai sgualcita per i passaggi in troppe mani ha assunto un’importanza vitale.

Ho il vento in faccia e la percezione quasi fisica di essere veramente alla fine del mondo, nell’ultimo lembo di terra abitato all’estremo sud del pianeta, più avanti solo i ghiacci dell’Antartide.

Al porto scopro subito che il Barracuda è ormeggiato sulla banchina, ma ormai non naviga più da tempo. “E il Capitano? Cosa ne è stato del Capitano?” chiedo all’uomo cui mi sono rivolta per avere informazioni.

“Chi, Danilo?” Sono fortunata, lo conosce ed è disposto ad aiutarmi. “Danilo? Ciao” non so spiegare la sensazione che provo quando comprendo che ci sta parlando al telefono. “C’è qui una signora che viene dall’Italia, ti cerca, ti deve consegnare una busta.

Prendiamo un appuntamento per il pomeriggio seguente. Temo fino all’ultimo momento che non venga, ma si presenta puntuale. Dopo un saluto imbarazzato saliamo sul relitto, impolverato e arrugginito, e finalmente gli consegno quel messaggio scritto solo per lui.

Destino
Foto: ©Nadia Cianelli

Di nuovo a terra lo invito a bere qualcosa insieme, Lui resta in silenzio per un poco, poi mi si rivolge con il volto serio: “La ringrazio, ma devo proprio andare. Ho un volo per il Cile tra poco più di un’ora. Lascio per sempre questo paese”.

Avevo consegnato quella busta appena un’ora prima che il destinatario scomparisse per sempre. La Patagonia è terra di magie, e con me non si è risparmiata.

Destino
Foto: ©Nadia Cianelli

Wakhan, tetto del mondo

Wakhan è un racconto che ha partecipato a Travel Tales Award 2021.

Un frammento del mio cuore è perso tra le montagne del Pamir è negli occhi delle persone che ho incontrato e dentro ogni ruga del loro viso che rimandano a quanto questa terra possa essere meravigliosa e terribile.

In Afghanistan ci sono stata per fotografare i Kyrgyzi. Una popolazione nomade che vive all’estremo nord e arrivarci non è stato semplice.

Wakhan
Foto: © Ilaria Miani

Per raggiungere la frontiera afghana ci sono voluti 2 giorni di macchina su strade sterrate, seguendo il fiume Pamir, passando tra gole di sorprendente bellezza e guadando corsi d’acqua. Passata la frontiera a Ishkashim, si attraversano le terre del Wakhan dove si vive di pastorizia, agricoltura e hashish.

Quello di cui vado orgogliosa è il rapporto che sono riuscita ad instaurare con le persone, una comunicazione fatta di gesti, sguardi ed espressioni.

Wakhan
Foto: © Ilaria Miani

Il percorso con la macchina termina a Sarhad, da qui, inizia l’ascesa verso le montagne del Pamir, si deve proseguire a cavallo e nei tratti più ripidi, a piedi.

Siamo a 3.200 metri. Passiamo i siti di BorakLangarKashch Goz e arriviamo sull’altopiano. Cerco di imprimere nei miei occhi l’immagine di ogni singola vetta, di ogni altura,di sentire il vento, il sole e penso che tutto questo l’hanno vissuto anche Alessandro Magno e Marco Polo. Ci vogliono 5 giorni per arrivare a Bozai Gumbaz dove sono stati avvistati i Kirgyzi.

Wakhan
Foto: © Ilaria Miani

Tanto la popolazione dei Wakhy è aperta e socievole, tanto i Kirgyzi sono diffidenti e restii ai contatti con persone esterne. Il permesso di restare ci è accordato, però è stato vietato agli uomini di fare foto. Ma i soldi fanno comodo a tutti e così il divieto è sciolto e la sera è stata organizzata una cena che prevede capretto, pesce di fiume e naan, il tipico pane afgano, il più buono che abbia mai mangiato!

Wakhan
Foto: © Ilaria Miani

Mi aggiro tra le yurte e le costruzioni fatte di fango e pietra. Vedo solo donne. Le seguo mentre vanno a prendere l’acqua o fanno rientrare gli animali nei recinti, o cucinano per noi. La nostra guida ci spiega che il colore del copricapo che indossano, distingue le sposate dalle nubili: bianco per chi ha un marito; rosso per le nubili.

Wakhan
Foto: © Ilaria Miani

Siamo rimasti solo una giornata al villaggio. Sono stata fortunata a fotografare i Kirgyzi, poiché è una di quelle popolazioni le cui tradizioni sono a rischio di estinzione.

Wakhan
Foto: © Ilaria Miani

Mi piacerebbe tornarci una terza volta in questa terra e non per riprendermi il cuore che vi ho lasciato, ma per lasciarne altro.

Wakhan
Foto: © Ilaria Miani

L’Arca – India

L’Arca

L’arca è il progetto di Giulio Cesare Grandi che ha presentato a Travel Tales Award 2022 riscuotendo un successo unanime da parte dei Giurati.

Arca
Il cantiere. Foto:© Giulio Cesare Grandi

Gli uomini e le arche

Il fascino dell’India è la coesistenza, nella vita quotidiana, di passato e presente fusi nello stesso istante. E’ come se la ruota della storia girasse in continuazione e nello spazio di pochi metri si passa da un mondo primitivo all’era industriale, dal medioevo al mondo virtuale dell’informatica. Questo reportage vuole essere una piccola finestra sul mondo dei maestri d’ascia.

Arca
Modellino. Foto:© Giulio Cesare Grandi

Forse NOE’, prima di costruire la sua Arca, è passato di qua! E’ il primo pensiero che mi sorge spontaneo arrivando, in un tardo pomeriggio di febbraio, in questo porto.

Arca
Tutto viene costruito a mano. Foto:© Giulio Cesare Grandi

Il cantiere

Una flotta di centinaia di navi di legno e la sensazione di essere finito sul set cinematografico di un film storico. Giganti in grado di solcare gli oceani. Sulla spiaggia un infinito cantiere ove ciascuna imbarcazione è costruita rigorosamente “a mano”,da uomini minuti, pezzo per
pezzo a partire dal singolo tronco di legno. Ogni nave è diversa dall’altra, vere e proprie opere d’arte, con un’ anima, una storia ancora prima di essere varata.

Arca
Ombre in costruzione. Foto:© Giulio Cesare Grandi

La costruzione è un insieme di tecnica, duro lavoro solo umano e preghiera per ingraziarsi ed invocare la protezione degli Dei.

Arca
Donne in cantiere. Foto:© Giulio Cesare Grandi

La Memoria dell’acqua – di Giorgio Scala

Giorgio Scala in mostra a Roma presso OTTO Gallery

Giorgio Scala a Roma con la sua mostra intitolata La memoria dell’acqua presso gli spazi di OTTO Gallery dal 7 luglio al 30 settembre 2022 .

L’inaugurazione dell’evento c’è stata giovedì 7 luglio a partire dalle ore 16.00 nelle sede di OTTO Gallery, in Piazza Mazzini 27 a Roma, alla presenza dell’Autore Giorgio Scala.

L’esposizione si inserisce nel panorama espositivo della OTTO Gallery con le sue opere legate al mondo dello sport acquatico e quindi in occasione dei Campionati Europei di nuoto 2022 che si terranno al Foro Italico ad agosto 2022.

Giorgio Scala

Giorgio ScalaL’editing dell’allestimento è stato pensato in ottica autoriale, tralasciando il racconto più strettamente reportagistico del singolo evento, egregiamente raccontato attraverso le lenti di Giorgio Scala nel corso della sua lunga carriera di fotografo della Federazione Italiana di Nuoto.

Giorgio Scala è nato a Roma l’anno in cui Ham lo scimpanzé ha battuto Yuri Gagarin diventando il primo primate nello spazio.

C’è chi dice che Giorgio abbia imparato a nuotare prima di imparare a stare in piedi.

Da adolescente, suo nonno gli regalò la sua prima fotocamera Reflex: una Pentax MX. Nel 1982 vende le sue prime foto.

Giorgio Scala
4th FINA High Diving World Cup Abu Dhabi (UAE) Photo © Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto

 

Un paio di anni dopo, ha allestito una custodia simile a un acquario utilizzando vetro e plexiglass, l’ha dotata di due fotocamere e ha scattato le sue prime “foto sopra l’acqua”.

Quel tipo di lavoro portò a un contratto per illustrare un’enciclopedia intitolata Conoscere il Nuoto, edita da Rizzoli. Con i ricavati ha acquistato due fotocamere Nikon e da allora ha sempre utilizzato quel marchio.

La Fotografia

In quel periodo inizia la sua collaborazione con il gotha del panorama acquatico italiano: Novella Calligaris, i due fratelli Dennerlein, Klaus di Biasi e Giorgio Cagnotto, Gianni Lonzi e Rumi Cucchetti.

Nel 1989, quando Giorgio Lamberti stabilì a Bonn il suo record mondiale di 200 stile libero, Giorgio Scala era lì e scattò le foto che catturarono quel momento storico.

Nel 1992 Giorgio si trasferisce per 10 anni in Africa Orientale, vivendo prevalentemente nella savana. Tornato in Italia, agli albori dell’era della fotografia digitale, noleggia una macchina fotografica Kodak e scatta al Trofeo Sette Colli e al Roma Sincro.

Nel 2004 è stato nominato fotografo ufficiale della LEN (Federazione Europea di Nuoto) e nel 2008 fotografo ufficiale della FINA (Federazione Internazionale di Nuoto), per cui ha ricoperto l’incarico di fotografo ufficiale in occasione delle Olimpiadi di Pechino.

Oggi Giorgio Scala è considerato un’icona della fotografia acquatica e della gestione di grandi eventi sportivi. Le sue foto sono esposte nella International Swimming Hall of Fame, insieme ai colossi di tutti i tempi della fotografia sportiva. Quando non è a bordo piscina, organizza viaggi fotografici, insegna abilità comunicative e lavora per salvaguardare l’ambiente, cercando di rendere lo sport più sostenibile.

Ha fondato Deepblueye, oggi DBM – DeepBlueMedia, società di comunicazione di cui è a capo.

La Mostra

La mostra di Giorgio si può definire quindi una vera e propria immersione visiva negli sport acquatici, per la quale sono state scelte immagini che distano molto tra loro sia a livello cronologico che della specialità sportiva, ma che invece creano nel loro insieme un piacevole e ritmico percorso visivo, che attraversa il lavoro decennale dell’autore, allo stesso tempo coerente e di grande impatto.

Giorgio Scala
18th FINA World Aquatics Championships. Photo © Giorgio Scala / Deepbluemedia / Insidefoto

OTTO Gallery

OTTO Gallery è un uno spazio espositivo prettamente fotografico inserito all’interno di OTTO Rooms, un’elegante Guest House nel cuore del quartiere Prati a Roma, inaugurata a novembre 2018.

Un pionieristico concetto di accoglienza che permette agli ospiti della Guest House di fruire gratuitamente delle opere esposte negli ampi spazi comuni, e nello stesso tempo concepito come vera e propria “casa del fotografo”.

Qui tutti gli appassionati di questa nuova arte possano incontrarsi per condividere, confrontarsi e crescere attraverso tutti gli eventi organizzati e proposti.

L’idea nasce dalla grande passione di Simona Ottolenghi, architetto, fotografa e Curatrice delle mostre di OTTO Gallery, e di Roberto Gabriele, fotografo professionista e accompagnatore turistico. Entrambi sono viaggiatori instancabili, compagni nella vita, e nelle avventure lavorative.

L’obiettivo è quello di utilizzare questa nuova struttura non solo a scopo ricettivo, ma anche sfruttare i suoi spazi comuni per attuare un folto programma di attività culturali e fotografiche.

OTTO Gallery propone artisti ed opere di alto livello qualitativo, sia emergenti che professionisti, che possano essere di forte impatto anche per gli ospiti che soggiornano nelle camere.

La scelta delle opere da esporre la fotografia è la protagonista, nelle sue svariate accezioni: da lavori più classici, a interpretazioni più creative e multimediali.

La mostra sarà visitabile su prenotazione dal 7 luglio al 30 settembre 2022, dalle 12.00 alle 20.00, negli spazi espositivi di OTTO Gallery.

Per saperne di più: https://www.deepbluemedia.eu/story/mostra-giorgio/

Info e prenotazioni: ottorooms@gmail.com oppure: +39 375 5790 929

Giorgio Scala

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