Racconti dal Mondo

Areni – Armenia

Autore Andrea Riberti

Il fiume Arpa nasce in Armenia nelle catene montuose del Piccolo Caucaso. Scorre in direzione sud-ovest attraversando l’enclave azera del Naxçıvan per poi gettarsi nell’Aras, al confine con l’Iran. Un fiume importante per questi territori. Nel 1963 cominciarono, infatti, i lavori di costruzione di un tunnel con lo scopo di convogliare parte delle sue acque nel lago Sevan il cui livello, a causa del prelievo per scopi idroelettrici e di irrigazione intensiva, aveva subito un inarrestabile declino.

La storia:

I lavori vennero completati nel 1981 e consentirono l’afflusso di 250 milioni di metri cubi annui di acqua nel lago. Tuttavia, la condotta, della straordinaria lunghezza di oltre 48 km, subì ripetuti rallentamenti e blocchi di esercizio per manutenzione fino alla sua totale inutilizzabilità.

Oggi quel territorio appare sospeso: ancora si vedono, incisi nella natura, i grandiosi interventi della dominazione russa, ma, dopo la fine di questa, pare le atmosfere si siano rarefatte. Alcuni luoghi sono rimasti chiusi nel tempo e il tempo stesso pare fluire con ritmi più naturali.

Areni

Proprio lungo queste valli fluviali, in un territorio di mezzo tra Armenia e Azerbaigian, si trova il villaggio di Areni. Un territorio brullo, a quasi 1000 mt di quota. Poche case in stile sovietico, di mattoni grigi e tetti di zinco, lungo un fiume livido e stretto. Siamo nella provincia di Vayots Dzor. Un luogo rurale, con basse colline e sparute coltivazioni di alberi di pesco. Gente cresciuta nella semplicità di una terra quantomai isolata e sperduta. Sconosciuta alla maggior parte del mondo se non fosse che qui è stata scoperta una delle cantine di vino più antiche del mondo, risalente al 4100-4000 a.C.

All’epoca, in questi luoghi prosperava una antica cultura caucasica: i Kura-Araxes. Comprendeva gli stati moderni di Armenia, Azerbaigian, Georgia e Turchia. Una civiltà antichissima, proveniente dalle valli dell’Ararat, che aveva nella ceramica dipinta di nero e rosso, il suo tratto artistico più alto.

In una grotta preistorica, proprio alle pendici di questo villaggio, antichi viticoltori usavano i piedi per pressare l’uva in vasche di argilla, facendo colare il succo in piccoli tini. Il vino così prodotto sarebbe poi rimasto a fermentare fino allo stoccaggio in giare. Questa produzione, su larga scala, ha convinto gli archeologi che l’uva fosse, già a quei tempi, coltivata in filari e addomesticata per produrre vino, anche da commerciare.

Areni

Areni oggi:

Percorrendo oggi la strada principale di Areni, l’unica asfaltata, si trova un divertente e colorato “shopping street” all’aperto: tanti piccoli e variegati negozi, ai lati della via, che offrono svariati servizi e oggetti. Tante piccole vetrine spartane e dignitose, in spazi perfettamente integrati con la natura e costruiti in materiale di riciclo. Pare quasi che in questi antichi e remoti territori si seguano principi di “sostenibilità” quantomai moderni. Ma il fatto più sorprendente è che, ancora oggi come nei millenni passati, seguendo una tradizione antichissima, l’economia del luogo è sostenuta sempre dalla vendita al dettaglio di vino.

Nella speranza che questi luoghi siano qui ancora nei prossimi secoli.

Areni

Andrea Riberti Andrea Riberti Viaggio fotografico Viaggio fotografico
Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Racconti dal mondo Articoli correlati
Dio si ricorda di Noè

La terra armena. Sette giorni in attesa del diluvio. E ancora sette giorni passano. Yhwh (*) chiude al fine la…

Armenia

Reportage Armenia Quando l’anno scorso ho detto ad amici e conoscenti che sarei andato a fare un Reportage in Armenia,…

Obiettivo Armenia

Armenia Ciao a te, se sei arrivato su questa pagina dedicata all’Armenia, sicuramente anche tu come me ami i viaggi…

Contattaci Richiedi informazioni



    Questo sito è protetto da reCAPTCHA e viene applicato quanto previsto da Google per la Privacy Policy e i Termini di servizio.

    * campi obbligatori